Ricolfi: “I docenti hanno paura del ricorso dei genitori, ormai diventati dei veri e propri sindacalisti dei figli”

L’intervento del sociologo Luca Ricolfi alla trasmissione Timeline su Rai 3, ha acceso un nuovo dibattito sull’argomento scottante della meritocrazia nel sistema scolastico.
Ricolfi, noto per le sue incisive analisi sociali, ha posto l’accento su diverse questioni chiave: il merito, il ruolo dei genitori e la situazione degli insegnanti.
Parlando di meritocrazia, Ricolfi ha evidenziato come il ceto sociale influisca profondamente sul percorso educativo degli studenti. Secondo il sociologo, se uno studente di ceto alto va male a scuola, la famiglia ha molteplici modi per sostenerlo, come le ripetizioni private e un robusto patrimonio familiare. Al contrario, per uno studente di ceto popolare, l’unico strumento a disposizione è la propria preparazione. Ricolfi sostiene che abbassare il livello di istruzione, lungi dal beneficiare i ceti più bassi, li penalizza ulteriormente, privandoli dell’unico strumento competitivo a loro disposizione.
Ricolfi propone due possibili soluzioni a questa situazione: la prima è distinguere gli studenti capaci e meritevoli da quelli che non lo sono, supportando i primi, soprattutto se privi di mezzi economici. La seconda soluzione riguarda l’offerta di un supporto personalizzato per gli studenti con difficoltà, indipendentemente dal loro ceto sociale.
Ricolfi ha poi affrontato il ruolo dei genitori nel contesto scolastico, riferendosi a loro come “sindacalisti dei figli”. Tale situazione, secondo il sociologo, porta a una crescente pressione sui docenti, specialmente in termini di valutazioni e promozioni. L’incubo del ricorso e la pressione per alzare i voti sono diventati ostacoli significativi per gli insegnanti nel fare valutazioni obiettive.