Ricci sul ricorso dei sindacati contro il superpunteggio di 42 punti: “Le tessere dei Pas fanno troppa gola”
di Eleonora Fortunato – Le mezze verità dei sindacati: Sono mesi che va avanti una contrapposizione durissima tra i sindacati rappresentativi della scuola e gli abilitati del I ciclo del Tfa ordinario, ma un finale tanto amaro se lo sarebbero immaginato in pochi.
di Eleonora Fortunato – Le mezze verità dei sindacati: Sono mesi che va avanti una contrapposizione durissima tra i sindacati rappresentativi della scuola e gli abilitati del I ciclo del Tfa ordinario, ma un finale tanto amaro se lo sarebbero immaginato in pochi.
Abbiamo raggiunto Edoardo Ricci, leader del giovane movimento per il riconoscimento dei diritti degli abilitati Tfa ordinario, per fare con lui un punto della situazione.
Vi aspettavate un’azione così dura contro il bonus di 42 punti per i ‘tieffini’ deciso dal Miur con la nuova tabella di valutazione dei titoli?
“I sindacati avevano ventilato la possibilità di un’azione legale, ma pensavamo che sarebbe stata legata alla mancata convocazione presso il Miur per la rivisitazione della tabella dei titoli. Invece adesso siamo costretti a prendere atto del fatto che hanno deciso di parteggiare apertamente per i lavoratori che potranno fruttare loro più tessere. La cosa che mi preme sottolineare è che si continuano a dire mezze verità: vorrei chiedere a Di Menna della Uil come mai spesso alluda agli abilitati Tfa come a neolaureati, quando hanno in media 37-38 anni di età e diversi anni di servizio alle spalle.”
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Come pensa che andrà questo super ricorso?
“Il decreto è vulnerabile, lo sappiamo tutti, i vizi di forma ci sono, anche per esempio sulle finestre e lo scioglimento delle riserve per gli abilitandi Pas. Il Tar dovrà decidere a quale delle due urgenze dare la precedenza: se garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, dando nel contempo riconoscimento ai diritti dei lavoratori che hanno superato un duro percorso selettivo, o se, invece, optare per l’annullamento della tabella di valutazione, dando così anche il via a una serie di inevitabili contenziosi individuali. Siamo consapevoli del fatto che i vizi di forma hanno sempre influenzato i giudizi del Tar, ma ci auguriamo che le cose questa volta vadano diversamente”.
Senta, non pensa che abbia nuociuto all’immagine dei ‘tieffini’ una certa esasperazione dei toni contro i colleghi del Pas? Che certi approcci un po’ troppo decisi e dirompenti, soprattutto attraverso i social network, abbiano indisposto gli interlocutori finendo con l’essere controproducenti?
“Terrei a precisare che i toni esasperati e la frammentazione di cui parla non sono dipesi da noi, ma da scelte ministeriali irresponsabili. Noi ci siamo sempre sforzati di comunicare in maniera efficace le nostre ragioni, non dimentichi che abbiamo sempre dovuto autorappresentarci: i sindacati hanno preso fin da subito le distanze dalle nostre posizioni, per arrivare oggi ad attaccarci direttamente. Ma la cosa più amara sa qual è: che mentre si ricorre contro il nostro ‘bonus’ si omette anche di dire che esso non serve che in parte a riequilibrare l’enorme sproporzione tra abilitati Pas – che comunque continueranno ad aver egli incarichi migliori grazie al loro enorme punteggio di servizio – e abilitati Tfa”.
Come pensa che avrebbero dovuto agire i sindacati?
“Avrebbero quanto meno potuto invitarci a un tavolo di confronto, ascoltare le nostre ragioni, tentare di imbastire una lotta comune tra le due categorie, fermo restando però la chiara e netta separazione tra i titoli. Invece hanno fatto fin dall’inizio una scelta di interesse: è chiaro che gli 11000 abilitati Tfa sono un bacino di utenza molto meno significativo rispetto agli oltre 70000 abilitati Pas”.
Invece a fare un tavolo ci ha pensato il Movimento Cinque Stelle…
“Beh sì, possiamo riconoscergli questo merito, anche se la loro posizione è improntata a una falsa equità, a uno pseudo egualitarismo: non è vero che siamo tutti uguali, abilitati Pas, abilitati Tfa, idonei concorso 2012. Ci sono storie diverse che non è giusto vengano appiattite in funzione di un reclutamento che non tenga conto delle specificità delle singole categorie”.