Ricatti emotivi ai bambini: un danno per la crescita. Lo psichiatra: “Mettere in mezzo Babbo Natale genera insicurezza e sensi di colpa inappropriati”

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Minacciare i bambini con la privazione dei regali di Natale se non si comportano bene è una pratica diffusa, ma rischiosa. Secondo Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf), questa strategia educativa può avere conseguenze negative sullo sviluppo emotivo dei piccoli.

“Mettere in mezzo Babbo Natale genera insicurezza e sensi di colpa inappropriati”, avverte l’esperto. I bambini, infatti, tendono a sentirsi responsabili del mancato arrivo dei doni, un evento di grande importanza nel loro mondo. Inoltre, il ricatto emotivo può portare a una repressione delle emozioni, come frustrazione e rabbia, e alla dipendenza dall’approvazione altrui. I bambini, in questo modo, imparano che il loro valore dipende dall’obbedienza e non dal loro modo di essere, creando confusione e disagio emotivo.

Le conseguenze a lungo termine dei ricatti

Se protratto nel tempo, il ricatto emotivo può compromettere la realizzazione identitaria del bambino. “Si può innescare la tendenza alla sottomissione, al sacrificare i propri bisogni per evitare conflitti”, spiega Mencacci. Dall’altro lato, si instaura la paura del rifiuto e la sensazione di non essere mai abbastanza degni di amore.

Tali modelli relazionali disfunzionali possono ripetersi anche in età adulta, sia nella vita privata che professionale, generando dinamiche tossiche e difficoltà nell’esprimere i propri sentimenti. L’esperto sottolinea la complessità dell’educazione moderna, in cui la pressione sui bambini è alta e i genitori, spesso assorbiti dalla tecnologia, ricorrono al ricatto per risparmiare tempo.

Un approccio più efficace, invece, consiste nell’offrire spiegazioni chiare, stabilire limiti con amore incondizionato e insegnare ai bambini a gestire le proprie emozioni con empatia. ” Non possiamo crescere dei piccoli dittatori, ma persone capaci di gestirsi emotivamente“, conclude Mencacci.

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