Riapertura scuole, si spinge per tornare in classe dopo Pasqua anche in zona rossa
L’ottimismo del Ministro della Salute Roberto Speranza in merito alla prossime settimane e all’ipotesi di un’estate serena hanno trovato d’accordo molti esperti che concordano sulla decrescita prevista del virus. Tuttavia, in molti hanno fatto notare che prima di pensare all’estate bisogna pensare a concludere questo anno scolastico nel migliore dei modi, facendo di tutto per ritornare alle lezioni in presenza in tutta Italia.
Certamente, la prospettiva di un miglioramento della situazione attuale non può che far sperare bene: “Mi auguro che l’estate possa essere più tranquilla, ma non si possono fare previsioni attendibili in tempi che, in questo caso, sono troppo lontani“, spiega Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università Statale di Milano. “Prima aspetterei di vedere come vanno alcune cose – precisa Galli – ovvero la diffusione delle varianti, l’andamento di questa ondata e, soprattutto, la campagna vaccinale“.
“In estate la terza ondata” di Covid “sarà esaurita e nel frattempo saranno arrivati i vaccini in quantità sufficiente per coprire tutte le categorie di rischio. Questo fa ben sperare che non assisteremo ad ulteriori ondate pandemiche“, dice l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità della regione Puglia.
Dello stesso parere Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano: “Credo che, raggiungendo almeno un 20-30% di copertura vaccinale, avremo già dei risultati importanti che ci possano far sperare in una convivenza più serena” con Covid-19.
“Se vacciniamo 45-50 mln di italiani l’estate sarà più serena, ma soprattutto lo sarà l’autunno. Se non lo facciamo, avremo invece un settembre-ottobre davvero bui“, secondo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma.
Ma, come dicevamo, sono in molti gli utenti che hanno puntato l’attenzione proprio sulla riapertura della scuola come priorità. Appelli a ritornare alla scuola in presenza il prima possibile anche, ovviamente, dal mondo della politica e delle istituzioni.
E primo fra tutti il Ministro Bianchi, che nel suo intervento a “Che tempo che fa” ha ribadito la necessità di aver dovuto sospendere la scuola in presenza nelle zone rosse ma non vuole sentire parlare di scuola chiusa: “Nei mesi passati la scuola ha fatto di tutto per restare aperta, anche nelle zone rosse i bambini fino alla prima media erano a scuola. I nostri insegnanti hanno imparato a usare gli strumenti per la dad, non è vero che scuola è stata ferma, chiusa. Non si è mai fermata, i nostri insegnanti hanno tenuto aperto fin tanto che non si è presentato questo nuovo appuntamento un virus che nel frattempo è cambiato. Non accetto l’idea di una scuola bloccata”.
“È necessario riaprire la scuola appena i dati lo consentono e tutti al Ministero dell’Istruzione stiamo facendo pressione sul Ministero della Salute affinché almeno la fascia 0-6 e la primaria riaprano. La Dad è un surrogato, servono soluzioni e strategie per mettere in sicurezza le scuole”, dice il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso.
L’idea è comunque, dati alla mano, di valutare la situazione dopo Pasqua e prevedere semmai la riapertura delle scuole, come ha sottolineato anche la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti: “Già dopo Pasqua ritengo che in zona rossa, complice l’aumento delle vaccinazioni, dobbiamo rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell’infanzia e almeno la primaria“.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gianluca Vacca, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura a Montecitorio: “Più teniamo i nostri bambini casa, più miniamo il loro futuro. Aspettare ancora per riaprire le scuole avrà solo conseguenze negative, per questo torniamo a chiedere al Governo che almeno gli alunni di asili nido, scuole dell’infanzia ed elementari tornino subito in classe, e che si lavori per riportare tra i banchi anche tutti gli altri il prima possibile: i danni educativi e psicologici su di loro stanno aumentando spaventosamente”.
Il Pd, con Paolo Lattanzio e Flavia Piccoli Nardelli, componenti della Commissione Istruzione della Camera, dicono di constatare “con preoccupazione che da qualche settimana, oltre agli altri istituti serrati fin dalla prima fase della pandemia, sono chiusi anche asili e scuole dell’infanzia. Crediamo sia importante diversificare le prossime e necessarie aperture non solo per zone e colori ma anche per fasce d’età, valutando con attenzione se anche nelle zone rosse sia possibile procedere con l’attività almeno di asili nido, scuole d’infanzia e primarie“.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, dice di essere “al fianco dei genitori, dei ragazzi e degli insegnanti che sono scesi in piazza in tutta Italia per protestare contro la didattica a distanza e chiedere di riaprire asili e scuole“.
Ed è prioritario pensare di concludere al meglio questo anno scolastico anche per Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, sottolineando come “la questione immediata da risolvere è la riapertura delle scuole dopo Pasqua attivando tamponi obbligatori al rientro, tracciamenti e presidi sanitari. Perché la dad è un fallimento“. Infatti, “tutti devono tornare a scuola. Occorrono riduzione alunni per classe, possibile anche subito grazie alle risorse disponibili per l’assunzione temporanea di altri docenti; prevenzione e tracciamento”, dice il sindacalista.
A proposito di riapertura delle scuole, a sostegno dei favorevoli c’è anche un nuovo studio condotto da una squadra di epidemiologi, medici, biologi e statistici tra cui Sara Gandini dello Ieo di Milano che dice: “Il rischio zero non esiste ma sulla base dei dati raccolti possiamo affermare che la scuola è uno dei luoghi più sicuri rispetto alle possibilità di contagio”, sintetizza l’epidemiologa e biostatistica. Gli studi analizzano i dati del Miur e li incrocia con quelli delle Ats e della Protezione civile fino a coprire un campione iniziale pari al 97% delle scuole italiane: più di 7,3 milioni di studenti e 770 mila insegnanti.
Certo è che la campagna vaccinale del personale scolastico (ma non solo) potrà fare la differenza sia già fra qualche settimana ma soprattutto in previsione del nuovo anno scolastico: al momento sono state somministrate 724.800 dosi al personale scolastico.
Ma per quanto riguarda il vaccino Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola, ha lanciato l’allarme per i docenti impegnati con la maturità 2021: “Il problema è la seconda dose che rischia di dover esser somministrata nel periodo degli esami, mettendo a rischio lo svolgimento delle prove a causa delle possibili contro indicazioni, febbri e malesseri del vaccino“, dice ala sindacalista che spiega: “Tra le due somministrazioni devono passare 10 settimane, sarà necessario valutare se anticipare di tre giorni o posticipare di una settimana la seconda vaccinazione”.