Riapertura scuole, Sasso: “Lavoriamo per non chiudere più e riportare in classe i ragazzi più grandi”

Il sottosegretario all’istruzione Sasso si mostra soddisfatto dell’ultimo decreto covid che prevede il ritorno in classe di moltissimi studenti ma non si accontenta: vuole riportare sui banchi anche gli studenti più grandi che in zona rossa non possono frequentare e soprattutto si augura che si riapra per non richiudere più.
“Il 7 aprile milioni di studenti torneranno a frequentare le lezioni in presenza. Un primo obiettivo è stato raggiunto. Frutto del prezioso lavoro di squadra delle forze di maggioranza, degli stimoli costruttivi della Lega per accelerare l’azione del Governo e della puntuale sintesi operata dal presidente del Consiglio, Mario Draghi“. Lo ha sottolineato il sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso in un post pubblicato su Facebook.
“Sarà un rientro con meno rischi grazie ad una sempre più costante accelerazione sul fronte vaccinazioni, e l’auspicio è che presto arrivi la validazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità sull’utilizzo dei tamponi salivari: un metodo rapido e non invasivo per mettere in piedi un esteso sistema di monitoraggio e tracciamento nel mondo della scuola. Abbiamo da poco stanziato 150 milioni di euro per impianti di aerazione, di ventilazione meccanica e di depurazione dell’aria, per prevenire il rischio del contagio tramite aerosol. Non possiamo fermarci qui, ovviamente. Il dossier scuola rimane centrale nelle strategie dell’Esecutivo e bisogna fare tutto il possibile per riportare al più presto in aula anche i ragazzi più grandi“, ricorda Sasso.
Infatti, come sappiamo, il nuovo decreto covid prevede la riapertura delle scuole in zona rossa fino alla prima media: dalla seconda classe di scuola secondaria di primo grado in poi le lezioni si svolgeranno a distanza.
In zona arancione, invece, le lezioni in presenza saranno al 100% fino alla terza media mentre alle scuole superiori si avrà una percentuale dal 50% al 75%.
“Alle forze politiche di maggioranza – aggiunge – ricordo che è necessario fare sintesi per arrivare alla riduzione del numero di studenti per classe, al di là delle buone intenzioni bisogna concretizzare. La deprivazione culturale, umana e sociale sta avendo un impatto devastante sui nostri figli”.
Il sottosegretario lancia un messaggio agli esperti: “Chiediamo al mondo della scienza di fornire dati certi e univoci sul rischio di contagio nelle scuole, così da permettere alla politica di prendere le decisioni più consone. Riuscire a programmare almeno gli ultimi due mesi dell’anno scolastico senza ulteriori interruzioni sarebbe un risultato importantissimo“.