Riapertura scuole, Redolfi (UdS): “Più sicurezza, vaccini per i docenti, sospensione di Prove Invalsi ed Esami di Stato”

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“Sono passati 11 mesi da marzo 2020 e la prima chiusura delle scuole, 11 mesi di incertezze e inefficacia da parte di un ministero che l’ennesima volta non rispetta le promesse di riapertura e dimentica il futuro degli studenti e delle studentesse, giustificandosi e giocando allo scaricabarile con le regioni sulle responsabilità rispetto alla riapertura in sicurezza e il rientro”.

Così Luca Redolfi dell’Unione degli studenti.

“Il CTS dichiara che le scuole non sono luoghi di contagio, e allora perchè non si riapre? L’edilizia leggera e scolastica in generale dopo 11 mesi rimane un problema irrisolto, i banchi a rotelle non hanno ridimensionato le classi pollaio. Le scelte sul trasporto pubblico non garantiscono a tutti di poter raggiungere le scuole in maniera autonoma, sicura, garantita e gratuita. Il nostro paese vanta i peggiori e più antiquati trasporti d’Europa, con costi troppo alti per gli studenti”.

“La chiusura fisica delle scuole danneggia bambini, ragazzi e adolescenti: la didattica digitale non sostituisce la didattica in presenza, la didattica digitale non raggiunge affatto, o raggiunge in modo insufficiente, una grande porzione di studenti uno studente su dieci non ha svolto didattica a distanza e il 20% l’ha svolta solo saltuariamente. La scuola pubblica sta subendo ora i frutti dello smantellamento subito da 20 anni di tagli e dalle comode poltrone la politica decide di giocare alla crisi di governo in piena pandemia, mentre si investe soltanto il 7% dei 209 mlrd del Recovery plan italiano in istruzione e diritto allo studio”.

L’Unione degli studenti chiede che “ci sia più sicurezza a scuola: più test rapidi e vaccinazioni ai docenti; la sospensione PCTO e delle prove Invalsi; che l’esame di stato: venga semplificato nella formula tesina orale; una legge nazionale sul diritto allo studio e l’investimento del 5% del PIL su istruzione come gli altri paesi europei; il superamento della didattica frontale”.

“Non sono richieste impossibili, basta avere la volontà politica di cambiare il sistema scolastico più trascurato d’Europa, e con i fondi del Recovery Plan si possono compiere i primi importanti passi verso questo percorso”, concludono i ragazzi.

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