Revisione voto in condotta, Montanari: “Un’istruzione autoritaria e classista. Ragazzi, ribellatevi”

WhatsApp
Telegram

Il centenario di Don Milani, figura iconica dell’educazione italiana, solleva questioni urgenti sul presente e futuro della scuola. Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, denuncia, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano, i recenti cambiamenti che porterebbero la scuola a un assetto “pre-costituzionale”.

Secondo Montanari, la nuova formazione scolastica potrebbe perpetuare la disuguaglianza sociale. In questo nuovo schema, i figli dei ricchi potranno usufruire di un’educazione di “pieno sviluppo della persona umana”, mentre i figli dei meno abbienti avranno percorsi abbreviati, orientati direttamente al “capitale umano”. L’importanza della scuola come veicolo di emancipazione, cara a Don Milani e sancita dalla Costituzione, sembra essere messa in discussione.

Una delle novità più contestate è il ritorno del voto in condotta, interpretato come una regressione autoritaria. Secondo Montanari, la scuola dovrebbe educare al “contesto dell’autorità, argomentando” e non attraverso la repressione. Il voto in condotta diventa uno strumento punitivo, che sembra andare contro lo spirito di “liberazione e vera educazione”.

A farne le spese potrebbero essere proprio i giovani, costretti a corsi di “riparazione di educazione civica” se non conformi. È questo il modello educativo che vogliamo per le future generazioni? Una scuola che “sorveglia e punisce”, che limita invece di emancipare?

Montanari esorta i giovani a “reagire, contestare e anche occupare le scuole”. È un appello alla mobilitazione, un grido di sveglia che riecheggia l’eredità di Don Milani, esortando a una scuola che formi cittadini attivi e critici, e non semplici esecutori di un sistema sempre più disuguale.

WhatsApp
Telegram

Abilitazione all’insegnamento 30 CFU. Corsi Abilitanti online attivi! Università Dante Alighieri