Revisione voto in condotta, Corsini: “Meglio didattica cooperativa che punitiva”. Novara: “La scuola diventi un luogo dove si va volentieri”

La revisione del voto in condotta è davvero la soluzione ai problemi comportamentali degli studenti? Secondo Cristiano Corsini, docente di Pedagogia Sperimentale all’Università Roma 3, intervistato da Linkiesta, l’educazione e la valutazione sono questioni politiche e gestionali di potere. Afferma che è difficile dare un voto alla condotta, specialmente considerando le varie sensibilità degli insegnanti e le complessità del comportamento umano.
La proposta di reintroduzione del voto in condotta è stata accolta con scetticismo da molti esperti. Corsini osserva che la didattica cooperativa funziona meglio della didattica punitiva: “Una didattica cooperativa – aggiunge – avrebbe bisogno di spazi accoglienti e figure qualificate e, come dimostrano tutte le esperienze scolastiche sperimentali italiane o di altri Paesi, è quella che funziona meglio della didattica punitiva. Dunque minacciare gli studenti con il “voto in condotta” è soprattutto inutile. È l’espressione di uno sguardo monodimensionale e colpevolizzante che non va da nessuna parte”.
Sempre a Linkiesta, Daniele Novara, direttore del Centro Psicopedagogico di Piacenza, ritiene che la soluzione giusta sia una formazione migliore per gli insegnanti: “I professori dovrebbero gestire l’intera classe, anche l’alunno “difficile”, oltre a saper sviluppare le competenze psico-socio-emotive di tutti gli alunni e di gestire eventuali crisi dovute a casi di bullismo. Tutti gli indicatori ci dicono che i ragazzi ne hanno un grande bisogno, non perché siano più arrabbiati, anzi: sono soprattutto depressi. Dobbiamo tutti lavorare perché la scuola diventi un luogo dove si va volentieri. E dove si sperimenta il piacere di costruire se stessi, non l’obbligo di rispondere di se stessi agli altri”