Restituire agli insegnanti il proprio ruolo sociale, lo dice Gianni Amelio
In un’intervista rilasciata dal regista Gianni Amelio a Zapping il regista parla con il suo intervistatore, Ruggero Po, del suo ultimo documentario “Registro di classe” affermando che gli insegnanti debbano riavere il proprio ruolo sociale perduti.
In un’intervista rilasciata dal regista Gianni Amelio a Zapping il regista parla con il suo intervistatore, Ruggero Po, del suo ultimo documentario “Registro di classe” affermando che gli insegnanti debbano riavere il proprio ruolo sociale perduti.
Nel corso dell’intervista si parla di scuola e di cinema, argomenti che si fondono nel parlare del documentario che Gianni Amelio ha presentato alla Festa del Cinema di Roma.
Po chiede al registra quale filo può legare le classi dell’Italia appena unificata descritte dal libro Cuore alla scuola di oggi e il regista risponde che il titolo del documentario, “Registro di classe” ha una doppia lettura, da una parte ricorda il registro su cui gli insegnanti segnavano accanto ai nomi degli alunni i voti e le assenza, ma dall’altra il regista ricorda quando sul registro di classe era obbligatorio segnare anche la professione del padre dell’alunno, trasformandolo anche in un registro di classe sociale. Il documentario, afferma Amelio, non vuol parlare del significato stretto del registro di classe, ma su quello che assumeva quando si doveva registrare in esso la propria classe sociale di appartenenza. Il regista racconta che nelle scuole le diverse sezioni servivano anche a dividere le classi sociali: le prime sezioni di una scuola, la A e la B, era quelle dove finivano invariabilmente i figli della borghesia e i maestri migliori. Nelle sezioni E ed F, dove erano indirizzati i figli del popolo non sempre c’erano maestri di ruolo.
Si parla anche di lingua italiana: la scuola di allora, in assenza delle televisione, doveva destreggiarsi tra i tanti dialetti per insegnare ai bambini l’italiano. Una situazione che oggi sembra ripetersi con la massiccia presenza di immigrati nelle classi: la difficoltà di allora che vivevano i bambini nell’imparare l’italiano quando provenivano da piccoli paesi di provincia è la stessa che vivono oggi i figli degli immigrati che si trovano catapultati in una cultura diversa con una lingua diversa.
Un elemento che allora c’era ed oggi è caduto in disuso, il grembiulino, aiutava a superare le differenze di classe. Il grembiule era una questione di immagine poiché le vere differenze sociali tra i bambini si vedevano dentro le persone: le persone borghesi al loro interno portavano cose diverse rispetto ai figli degli immigrati.
Gianni Amelio, che in passato ha svolto la professione di professore supplente a 18 anni, afferma che agli insegnanti dovrebbe essere restituito il ruolo sociale che ricoprivano fino a 40 anni fa. Gli insegnanti, afferma il regista, che nella scuola di oggi sono l’ultima ruota del carro, riferendosi alla poca stima che i genitori di oggi hanno dei docenti. Ma il riconoscimento del ruolo, secondo il regista, dovrebbe arrivare anche dal lato economico perché oggi la professione dei docenti ha una retribuzione “terribile” .