Reinserimento degli studenti che frequentano periodi formativi all’estero: un esempio di protocollo

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La creazione di un ambiente sempre più favorevole allo scambio interculturale è uno degli obiettivi primari della scuola ed i programmi di mobilità individuale degli studenti sono un’opportunità per le scuole per guardare oltre i confini nazionali, verso una più ampia concezione di cittadinanza, e per riflettere sul proprio ruolo educativo.

La mobilità dei giovani per l’apprendimento è promossa ed incoraggiata sia a livello nazionale che europeo. Con il “Libro verde Promuovere la mobilità dei giovani per l’apprendimento”, pubblicato nel 2009, la Commissione Europea definisce le strategie attraverso cui incrementare la possibilità dei giovani di partecipare a programmi di scambio al fine di acquisire nuove competenze, superare l’attuale recessione e incentivare la creazione di posti di lavoro. Si legge nel documento “La mobilità per l’apprendimento, ovvero la mobilità transnazionale volta all’acquisizione di nuove competenze, è uno dei mezzi fondamentali attraverso i quali una persona, soprattutto se giovane, può incrementare le proprie possibilità di occupazione e potenziare il proprio sviluppo personale . Gli studi confermano che la mobilità per l’apprendimento accresce il capitale umano, dato che gli studenti acquisiscono nuove conoscenze e sviluppano nuove competenze linguistiche e interculturali. Inoltre, i datori di lavoro riconoscono e apprezzano tali vantaggi.  Gli Europei che sperimentano la mobilità da giovani studenti hanno maggiori possibilità di essere mobili anche più tardi nella vita, sul mercato del lavoro. La mobilità per l’apprendimento ha svolto un ruolo importante nell’aprire ulteriormente i sistemi di istruzione e formazione, rendendoli più europei e più internazionali, più accessibili e più efficienti . La mobilità può anche rafforzare la competitività dell’Europa contribuendo alla costruzione di una società ad alto contenuto di conoscenza, e quindi al raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona a favore della crescita e dell’occupazione.”.

Il valore della mobilità studentesca individuale e nella Nota Ministeriale prot. 843

Anche il Ministero della Pubblica Istruzione riconosce il valore della mobilità studentesca individuale e nella Nota Ministeriale prot. 843, avente come oggetto Linee di indirizzo sulla mobilità studentesca internazionale individuale, stabilisce che: Considerato il significativo valore educativo delle esperienze compiute all’estero, che ovviamente non vanno computate come periodi di assenza dalla frequenza scolastica, le istituzioni scolastiche sono invitate a facilitare tali esperienze […] E’ importante essere consapevoli che partecipare ad esperienze di studio o formazione all’estero significa mettere alla prova risorse cognitive, affettive e relazionali riconfigurando valori, identità, comportamenti e apprendimenti. Essere “stranieri” in una famiglia e in una scuola diverse dalle proprie contribuisce a sviluppare competenze di tipo trasversale, oltre a quelle più specifiche legate alle discipline. Imparare a leggere e a utilizzare altri codici, saper riconoscere regole e principi diversi, imparare ad orientarsi al di fuori del proprio ambiente umano e sociale utilizzando “le mappe” di una cultura altra esigono un impegno che va ben oltre quello richiesto dalla frequenza di un normale anno di studio.

La “Mobilità studentesca internazionale ed esami di Stato”

Con Circolare Ministeriale n. 236 dell’8 Ottobre 1999 con oggetto “Mobilità studentesca internazionale ed esami di Stato” il Ministero dell’Istruzione ritorna a parlare di mobilità studentesca all’estero. Lo aveva fatto con la circolare ministeriale n.181 del 17.3.1997, avente ad oggetto “mobilità studentesca internazionale” che aveva disciplinato i soggiorni individuali di studio e, in particolare, che aveva fornito indicazioni sulla riammissione nella scuola di provenienza degli alunni italiani dell’istruzione secondaria superiore che hanno compiuto esperienze di studio all’estero. La C.M. n. 236 dell’8 Ottobre 1999 per evitare fraintendimenti e spiacevoli disquisizioni in merito al riconoscimento dei crediti, specifica nella stessa circolare che “nella considerazione che, in via generale, nelle scuole estere frequentate dagli alunni in questione vengono seguiti piani di studio e criteri di valutazione non corrispondenti a quelli italiani, è fuor di dubbio che, per ragioni di equità e di parità di trattamento, occorre adeguare la fattispecie suindicata alle previsioni in materia di credito scolastico introdotte dalla nuova disciplina sugli esami di Stato”. Questo perché, di fatto, la scuola italiana, convintamente, sostiene le esperienze di mobilità studentesca nell’ottica di promuovere la dimensione internazionale e interculturale dei propri curricoli scolastici e dei percorsi formativi.

Normativa di riferimento

T.U. n. 297/94, Art. 192, comma 3, che consente l’iscrizione di giovani provenienti da un periodo di studio all’estero, previa un’eventuale prova integrativa su alcune materie indicate dal Consiglio di Classe;

Circolare Ministeriale MIUR 181/97 che riconosce la validità delle esperienze di studio all’estero e invita il Consiglio di Classe ad acquisire dalla scuola straniera informazioni sui piani e sui programmi di studio nonché sui risultati conseguiti e sul sistema di valutazione per deliberare sulla riammissione dell’alunno nella sua scuola/classe di origine;

D.P.R. 275/99, art. 14, comma 2, che attribuisce alle istituzioni scolastiche il compito di disciplinare il riconoscimento degli studi compiuti in Italia e all’estero ai fini della prosecuzione degli studi medesimi;

C.M. 236/99 che disciplina l’attribuzione dei crediti scolastici al rientro nella scuola di appartenenza, raccomanda di riconoscere il valore globale dell’esperienza, e consente la partecipazione anche agli alunni con debito formativo;

Nota MIUR n. 2787 del 20 aprile 2011 nella quale al titolo V si legge che “Considerato il significativo valore educativo delle esperienze di studio compiute all’estero e l’arricchimento culturale della personalità dello studente che ne deriva, si invitano, pertanto, le istituzioni scolastiche a facilitare per quanto possibile, nel rispetto della normativa del settore, tale tipologia educativa.”

Nota MIUR n. 843 del 10 aprile 2013

D.Lgs. 62/2017, art. 15

Linee guida degli Istituti Tecnici e Professionali. (d.P.R. 15 marzo 2010, articolo 8, comma 3).

Cosa è necessario affinché il percorso sia veramente proficuo e pienamente integrato nella carriera scolastica dello studente

Affinché il percorso sia effettivamente utile e completamente integrato nella carriera scolastica dello studente, risultano opportuni:

  • la collaborazione della scuola ospitante, anche servendosi, se necessario (e lo è certamente) della Associazione che incoraggia l’esperienza;
  • l’esclusione dell’ultimo anno del corso di studio, in quanto risulta essere preparatorio agli Esami di Stato;
  • la descrizione di esplicite azioni di monitoraggio ma anche di valutazione e di valorizzazione di tali esperienze.

In quest’ottica – specifica l’eccellente protocollo predisposto dall’Istituto d’istruzione Superiore “L. Nobili” di Reggio Emilia diretto dal Prof.ssa Elena Guidi – è necessario che siano meticolosamente osservati alcuni passaggi che coinvolgono la scuola ma anche le famiglie degli alunni interessati.

La famiglia e la Circolare Ministeriale 181/97, comma 1

In fase preparatoria, la famiglia:

  • deve iscrivere correttamente l’alunno alla classe che non frequenterà in Italia. Accanto al nome comparirà negli elenchi e in tutti gli atti ufficiali la dicitura “in mobilità individuale all’estero ai sensi della CM 181/97, comma 1”.
  • è invitata a condividere con i docenti del CdC il vantaggio di affrontare la mobilità studentesca individuale in periodo scolastico.

Protocollo predisposto dall’Istituto d’istruzione Superiore “L. Nobili” di Reggio Emilia

In allegato “Protocollo di reinserimento degli studenti che frequentano periodi formativi all’estero” predisposto dall’Istituto d’istruzione Superiore “L. Nobili” di Reggio Emilia diretto dal Prof.ssa Elena Guidi, un vero esempio di capacità gestionale e manageriale.

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