Reddito di libertà per donne vittime di violenza: contributo mensile max 500 euro per 12 mesi. Decreto in Gazzetta

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È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto sul “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”, che a partire da quest’anno vedrà un aumento di 1 milione euro, grazie ad un emendamento presentato nei mesi scorsi da Italia Viva.

L’emendamento rafforza il fondo che era stato già rifinanziato con 30 milioni di euro per il triennio 2024-2026 dall’ultima legge di bilancio.

Come saranno distribuite le risorse?

Il decreto attuativo all’aumento di 1 milione di euro per il 2025, firmato dai ministri Roccella, Calderone e Giorgetti, stabilisce che le risorse statali saranno distribuite alle Regioni in proporzione alla popolazione femminile residente tra i 18 e i 67 anni.

Le Regioni avranno anche la possibilità di integrare questi fondi con risorse proprie o con fondi del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri.

In cosa consiste il reddito di libertà?

Il reddito di libertà consiste in un contributo mensile massimo di 500 euro, erogabile per un periodo non superiore a 12 mesi. È destinato alle donne vittime di violenza, con o senza figli, che si trovano in condizioni di povertà e sono seguite dai centri antiviolenza.

Le domande, presentate all’INPS tramite autocertificazione, devono essere corredate da una dichiarazione del centro antiviolenza e dei servizi sociali che attesti il percorso di emancipazione intrapreso e l’urgenza del bisogno a causa della violenza subita. Il contributo è finalizzato a supportare l’autonomia abitativa e la formazione scolastica e professionale di eventuali figli minori.

Le Regioni possono accettare una sola domanda per beneficiaria e il contributo non può essere erogato a chi ne ha già usufruito in precedenza. Il reddito di libertà è compatibile con altri sussidi, come l’assegno di inclusione.

DECRETO IN GAZZETTA

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