Recovery plan, via libera dal CdM. Concorsi scuola semplificati: l’ipotesi si allontana
Colpo di scena per quanto riguarda il recovery plan: il Consiglio dei Ministri riunitosi in tarda serata ha riscritto il capitolo sul reclutamento dei docenti: non dovrebbero essere semplificati i prossimi concorsi docenti, come inizialmente previsto dall’ultima bozza del Pnrr.
Infatti, non è prevista nessuna ‘sanatoria’ nei concorsi per l’assunzione dei docenti nelle scuole. È una delle novità che, si apprende, sarebbe emersa nel corso del Consiglio dei ministri sul Recovery, dal quale sarebbe dunque stata eliminata la previsione di “concorsi semplificati”. Attendiamo il testo ufficiale, definitivo, che andrà a confermare o meno tale indicazione. La prossima settimana, lo ricordiamo, il Pnrr andrà in Parlamento.
Sull’argomento, poche ore dopo, è intervenuta la sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia: “Nel testo non vi è presente alcun riferimento potenzialmente lesivo del principio meritocratico, che deve sovrintendere tutta l’azione di governo tanto più in un settore come quello dell’istruzione. Ringrazio chi nel governo ha condiviso con me questo principio cardine su cui di fonda l’intera azione politica del Movimento 5 Stelle”.
Ricordiamo che in precedenza, il testo del Pnrr riportava testualmente: “si opererà una semplificazione delle attuali procedure di concorso pubblico strutturando la procedura nel modo seguente: sulla base della valutazione dei titoli culturali e di servizio e dello svolgimento di una prova computer based si forma una graduatoria per coprire tutti i posti vacanti e disponibili”.
Per i vincitori immessi nelle cattedre si avvia, quindi, un anno di formazione on the job e prova finale, il cui superamento determina l’immissione in ruolo a tempo indeterminato.
La prova conclusiva è di tipo idoneativo affinché l’insegnante venga confermato nel posto in cui è stato immesso dovendo permanerci per almeno un triennio.
Il processo normativo sarà avviato nel 2021 e concluso nel 2022.
Complessivamente, ricordiamo, la missione Istruzione e ricerca assorbirà 31,9 miliardi (il 17% delle risorse totali), mentre all’inclusione e alla coesione andranno 19,1 miliardi.
Il comunicato di Palazzo Chigi
Il Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco ha svolto una informativa al Consiglio dei Ministri in merito al Piano per la ripresa e la resilienza, di cui all’articolo 18 del Regolamento (UE) n. 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021, e al Fondo nazionale complementare.
L’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del programma Next Generation EU (NGEU), predisposto dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica e che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale. Si tratta del Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e del Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa (REACT-EU). Il solo RRF garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto, da impiegare nel periodo 2021-2026.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede un corposo e organico pacchetto di investimenti e riforme, con l’obiettivo di modernizzare la pubblica amministrazione, rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze, per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni. Si articola in 6 Missioni (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute) e 16 Componenti.
Il Piano è in piena coerenza con i sei pilastri del NGEU e soddisfa i parametri fissati dai regolamenti europei, con una quota di progetti “verdi” pari al 40 per cento del totale e di progetti digitali del 27 per cento. Il 40 per cento circa delle risorse territorializzabili sono destinate al Mezzogiorno, a testimonianza dell’attenzione al tema del riequilibrio territoriale. Il Piano è fortemente orientato all’inclusione di genere e al sostegno all’istruzione, formazione e occupazione dei giovani e contribuisce a ciascuno dei sette progetti di punta (European flagship) della Strategia annuale sulla crescita sostenibile dell’UE. Gli impatti ambientali indiretti sono stati valutati e la loro entità minimizzata, in linea con i principi che ispirano il NGEU.
Il Governo intende attuare quattro importanti riforme di contesto: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza.
Gli investimenti previsti avranno un impatto significativo sulle principali variabili macroeconomiche e miglioreranno in maniera importante gli indicatori sui divari territoriali, l’occupazione giovanile e quella femminile. Il programma di riforme potrà ulteriormente accrescere questo impatto.
Inoltre, nel quadro di una più ampia e ambiziosa politica di ammodernamento del Paese, il Governo intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile, ambiente e clima, idrogeno, automotive, filiera della salute.
Alle risorse previste dal PNRR si aggiungono quelle della programmazione nazionale complementare, quelle rese disponibili dal REACT-EU e quelle derivanti dalla programmazione dei fondi strutturali e di investimento UE.
Contestualmente, a proposito di concorsi, bisogna ricordare che è in corso la riforma della Pa che prevede proprio delle novità, proprio in tema di semplificazioni: i posti previsti dalla Dipartimento della Funzione Pubblica sono infatti 91.000, tra posti messi a bando o da bandire. Il Ministero dell’Istruzione non si è espresso nel merito però.
Nuove regole per i concorsi: dalle prove a tamponi e mascherine. Le slides ufficiali [PDF]