Recovery Plan, riforma del reclutamento, concorsi semplificati per titoli e servizi e prova computer based. BOZZA
Sabato 24 aprile il Consiglio dei Ministri varerà il Recovery Plan. L’entità del piano sarà di 221,5 miliardi di euro, di cui 69 a fondo perduto. Gli investimenti complessivi, sono pari a 221,5 miliardi: 191,5 miliardi entrano nel Recovery plan mentre 30 miliardi si aggiungono con il Fondo istituito dal Governo e finanziato con il deficit.
Il Piano prevede 6 missioni e 16 categorie di spesa, ognuna delle quali suddivisa in un elenco dettagliato di progetti di investimento, accompagnati da un cronoprogramma di realizzazione, condizione per ottenere i pagamenti dall’Ue, che avverranno sullo stato di avanzamento dei lavori. Solo l’anticipo, pari a circa 23-24 miliardi, arriverà con una procedura diversa, entro fine luglio, a patto che la commissione approvi il Pnrr.
Alla prima missione, quella digitalizzazione e dell’innovazione, vanno 42,5 miliardi, il 22% del totale. Sono 57 i miliardi i soldi che andranno al green (il 30% del totale) mentre sono 25,3 i miliardi per le infrastrutture per una mobilità sostenibile. La missione Istruzione e ricerca assorbirà 31,9 miliardi (il 17% delle risorse totali), mentre all’inclusione e alla coesione andranno 19,1 miliardi.
Riforma del reclutamento dei docenti
L’attuale sistema di reclutamento degli insegnanti richiede una revisione finalizzata a poter coprire, con regolarità, le cattedre disponibili con insegnanti di ruolo.
Per favorire in concreto la formazione continua e l’aggiornamento occorre un sistema di incentivi che si fondi sull’idea di una progressione di carriera dell’insegnante basata sulla misurazione del rendimento e sulla disponibilità di incrementarlo passando attraverso percorsi di autovalutazione, valutazione e recupero personalizzato delle competenze.
Il nuovo modello di reclutamento degli insegnanti sarà collegato ad un ripensamento della loro formazione iniziale e durante tutta la carriera.
Tale misura ha l’obiettivo strategico di comportare un significativo miglioramento della qualità del sistema educativo del nostro Paese che non può non passare attraverso un innalzamento delle professionalità del personale scolastico.
In particolare, si opererà una semplificazione delle attuali procedure di concorso pubblico strutturando la procedura nel modo seguente: sulla base della valutazione dei titoli culturali e di servizio e dello svolgimento di una prova computer based si forma una graduatoria per coprire tutti i posti vacanti e disponibili.
Per i vincitori immessi nelle cattedre si avvia, quindi, un anno di formazione on the job e prova finale, il cui superamento determina l’immissione in ruolo a tempo indeterminato.
La prova conclusiva è di tipo idoneativo affinché l’insegnante venga confermato nel posto in cui è stato immesso dovendo permanerci per almeno un triennio.
Il processo normativo sarà avviato nel 2021 e concluso nel 2022.