Riforma concorsi scuola: non basterà vincerli, saranno necessari anche periodi di formazione. Recovery Plan, così l’Italia spenderà i 19 miliardi dell’istruzione [PDF]

Sono 196 i miliardi che, secondo l’ultima bozza di Recovery Plan, il governo metterà per le sei macro-aree del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.
Alla digitalizzazione e innovazione saranno destinati 48,7 miliardi, all’area “rivoluzione verde e transizione ecologica” andranno 74,3 miliardi, al settore Infrastrutture per una mobilità sostenibile 27,7 miliardi.
Il capitolo Istruzione e ricerca può contare su 19,2 miliardi, quello sulla Parità di genere su 17,1 miliardi, secondo la bozza. L’area sanità, infine, conterà su 9 miliardi.
RECOVERY PLAN PER ISTRUZIONE [PDF]
Cosa è previsto per l’Istruzione
Ecco cosa si legge nella bozza di Recovery Plan
Il governo promette una riforma dei concorsi per le assunzioni di docenti e presidi nelle scuole, integrando le procedure di selezione con periodi di formazione e di prova.
La missione “Istruzione e ricerca” si pone un insieme di obiettivi ambiziosi ma necessari per aggredire il deficit di competenze che limita il potenziale di crescita del nostro paese e la sua capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali: migliorare i percorsi scolastici e universitari degli studenti; rafforzare i sistemi di ricerca e la loro interazione con il mondo delle imprese e delle istituzioni.
Questa missione ruota attorno ai seguenti assi portanti: l’ampliamento delle competenze nelle scuole, nelle università e presso le aziende ed i lavoratori; il potenziamento della ricerca di base, della ricerca applicata, con misure innovative atte a favorire un’efficace interazione tra mondo della ricerca e mondo produttivo e a migliorare la propensione all’innovazione delle PMI e la loro partecipazione a progetti e filiere di valore europee.
Per accompagnare queste azioni sarà fondamentale porre un’attenzione specifica alle disparità regionali, e riqualificare la forza lavoro per farla attivamente contribuire all’attuazione delle transizioni gemelle.
La missione si concretizza in 2 linee di azione (componenti) per quanto riguarda gli investimenti:
– Potenziamento della didattica e diritto allo studio
– Dalla ricerca all’impresa
Queste due linee di azione saranno accompagnate da una serie di riforme volte a rimuovere i possibili ostacoli alla efficiente attuazione delle varie iniziative di investimento e a rafforzarne la ricaduta attesa sul diffuso ampliamento delle competenze, sull’aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo da parte del settore pubblico e di quello privato, sul fluido e tempestivo trasferimento dei risultati della ricerca di base al mondo produttivo.
Tali riforme si possono articolare nelle seguenti linee guida fondamentali:
– Riforma del sistema di selezione del personale scolastico che, attraverso un intervento normativo, modifichi le attuali procedure concorsuali per integrarle con periodi di formazione e di prova ai fini dell’assunzione del personale scolastico (docenti e dirigenti).
– Introduzione di moduli di formazione continua di dirigenti, docenti e personale ATA (life-long learning), con sistema di crediti e obbligatorietà della frequenza.
– Potenziamento dell’offerta formativa, in particolare in discipline abilitanti 4.0, e correlate alla vocazione produttiva del territorio di riferimento. Ammodernamento tecnologico e della dimensione strutturale degli istituti tecnici superiori, anche attraverso l’istituzione di forme di collaborazione congiunta (es. laboratori) pubblico-privati.
– Introduzione di moduli di orientamento nelle scuole secondarie di secondo grado, con l’individuazione delle modalità di offerta e dei contenuti di concerto con insegnanti e docenti universitari, insieme con l’attivazione di una piattaforma informatica facilmente accessibile dagli studenti di scuole superiori e istituti professionali.
– Innovazione dell’istruzione universitaria attraverso una maggiore incidenza dei crediti formativi in materia digitale e ambientale, istituzione di nuovi dottorati di ricerca negli stessi ambiti e su programmi specifici per il mondo produttivo, che collaborerebbe alla loro definizione e finanziamento.
– Modifica del quadro legislativo legato all’edilizia universitaria e della normativa sulle borse di studio.
– Riforma dei percorsi di dottorato, con semplificazione delle procedure di accreditamento per potenziare i programmi in collaborazione con aziende ed i programmi internazionali e con atenei ed istituzioni straniere.
L’effetto della riforma farà sì che il dottorato venga arricchito con dei moduli dedicati allo sviluppo di idee imprenditoriali e alla valorizzazione economica delle tecnologie e dell’innovazione.
– Riforma dei corsi di laurea professionalizzanti, per renderli più flessibili rispetto alle esigenze poste dalle imprese ed adeguati allo scenario internazionale della formazione terziaria, con una particolare attenzione alle caratteristiche di multidisciplinarietà e al rafforzamento delle soft skill.
– Riforme a sostegno dell’attrattività delle posizioni di ricercatore, con riferimento alla disponibilità di fondi di ricerca ed alla mobilità tra le sedi e verso istituzioni straniere.