Recovery Plan, ridurre divario Nord-Sud nelle scuole medie e superiori: test Pisa/Invalsi obbligatori. BOZZA

Sabato 24 aprile il Consiglio dei Ministri varerà il Recovery Plan. L’entità del piano sarà di 221,5 miliardi di euro, di cui 69 a fondo perduto. Gli investimenti complessivi, sono pari a 221,5 miliardi: 191,5 miliardi entrano nel Recovery plan mentre 30 miliardi si aggiungono con il Fondo istituito dal Governo e finanziato con il deficit.
Alla prima missione, quella digitalizzazione e dell’innovazione, vanno 42,5 miliardi, il 22% del totale. Sono 57 i miliardi i soldi che andranno al green (il 30% del totale) mentre sono 25,3 i miliardi per le infrastrutture per una mobilità sostenibile. La missione Istruzione e ricerca assorbirà 31,9 miliardi (il 17% delle risorse totali), mentre all’inclusione e alla coesione andranno 19,1 miliardi.
Nella bozza del Pnrr nell’ambito del potenziamento dell’offerma formativa è previsto un intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado con l’obiettivo di misurare e monitorare i divari territoriali, anche attraverso il ricorso obbligatorio dei test Pisa/Invalsi; ridurre i divari territoriali in Italia per quanto concerne il livello delle competenze di base (italiano, matematica e inglese), inferiore alla media Ocse, in particolare, nel Mezzogiorno; sviluppare una strategia per contrastare in modo strutturale l’abbandono scolastico.
In primo luogo, con questo progetto, si legge nella bozza, si persegue il potenziamento delle competenze di base degli studenti, a partire da un’analisi degli andamenti scolastici, con l’obiettivo di garantire un livello adeguato (sopra la media UE) di almeno 1.000.000 di studenti all’anno (per 4 anni), anche per mezzo dello sviluppo di un portale nazionale formativo unico.
La misura prevede: personalizzazione dei percorsi per quelle scuole che hanno riportato livelli prestazionali critici; azioni di supporto mirate per i relativi dirigenti scolastici, a cura di tutor esterni e docenti di supporto (per italiano, matematica e inglese) per almeno un biennio; mentoring e formazione (anche da remoto) per almeno il 50% dei docenti; potenziamento del tempo scuola con progettualità mirate, incremento delle ore di docenza e presenza di esperti per almeno 2000 scuole; programmi e iniziative specifiche di mentoring, counseling e orientamento professionale attivo.
In particolare, per quest’ultima azione verranno considerati due gruppi target: 120.000 studenti di età 12-18 anni, per ciascuno dei quali saranno previste sessioni di online mentoring individuale (3h) e di recupero formativo (per 17h ca.); 350.000 giovani tra i 18-24 anni, per ciascuno dei quali saranno previste circa 10h di mentoring, o interventi consulenziali per favorire il rientro nel circuito formativo.
Un progetto-pilota verrà realizzato nel primo semestre del 2021 e sarà finanziato dal Pon Scuola con le risorse già disponibili.
L’attuazione sarà a cura del Ministero dell’Istruzione, con il supporto di Invalsi, scuole, Centri Territoriali di Supporto (circa 100 CTS), per supportare anche i giovani disabili o provenienti da aree svantaggiate.