Recovery Plan, Pacifico (Anief): siamo delusi, mancano interventi su aule, personale e ore di lezione

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“Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza non si parla di spazi, plessi, organici, tempo scuola. Il problema rimane il rapporto insegnanti-organici. E anche l’estensione dell’obbligo scolastico fino a 18-19 anni. Questi erano i problemi da aggredire. Le soluzioni proposte ci lasciano purtroppo delusi. Se questa è la proposta del Governo, a nome di Anief devo dire che è una sfida persa in partenza”. È questo il commento, a caldo, del presidente nazionale del giovane sindacato autonomo alle ultime notizie sul Pnrr appena approvato dal Consiglio dei ministri. In attesa di un giudizio definitivo, che avverrà dopo la pubblicazione del testo appena approvato e in settimana all’esame delle Camera, il leader dell’Anief esprime tutti i suoi dubbi sulla parte relativa a Istruzione e Ricerca.

Nel corso di un’intervista ad Italia Stampa, il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico sostiene che le voci di spesa su Istruzione e Ricerca contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza appena approvato dal Governo dopo il via libera dell’Ue, “pur essendo pari ad oltre 30 miliardi purtroppo deludono molto: con queste risorse bisognava infatti aggredire tutte le difficoltà del nostro sistema nazionale d’istruzione”, ma le cose sembra che non siano andate così, ha spiegato il sindacalista.

Pacifico aveva chiesto interventi sulle aule, sul numero dei docenti e Ata, sulle ore di lezione: bisogna di certo integrare tutto questo. Come “non si parla del fatto chi bisognava prediligere, anche coinvolgendo la scuola dell’infanzia, l’estensione dell’obbligo scolastico dai tre ai diciotto anni”. Non è stata affrontata nemmeno la necessità di tornare “all’insegnamento per moduli, alla docenza specialistica d’inglese e di introdurre l’educazione motoria nella scuola primaria. E ancora: c’è un tempo scuola ridotto di quattro ore da alcuni anni, ma non è stato reintrodotto”.

Secondo il presidente dell’Anief la delusione per come è stato gestito il piano di rilancio del settore della Conoscenza è palpabile: nel progetto che abbiamo preso in visione “si parla tanto di investimenti sulle strutture, ma poco di personale. Tutto questo ci lascia attoniti: abbiamo delle proposte per migliorare gli apprendimenti, che però non si migliorano con un test Invalsi che se vanno male costringono i docenti a fare un corso di formazione”. Il sindacalista auspica, a questo punto, che si possano apportare delle modifiche in fase di revisione finale del Pnrr.

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