Record di risarcimenti per oltre 50 docenti e Ata: i legali Anief fanno avere 200 mila euro in soli 5 giorni. Il presidente Pacifico: andare in tribunale alla lunga paga

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Per l’Anief arriva un nuovo record di risarcimenti: è quello che hanno fatto registrare i legali del giovane sindacato nell’ultima settimana, con oltre 200 mila euro di risarcimento sanciti nei tribunali italiani.

Tra lunedì 6 e venerdì 10 febbraio, quindi in soli cinque giorni, l’amministrazione scolastica è stata condannata a versare ai docenti e Ata che hanno prodotto ricorso una media di risarcimento pari a quasi 4 mila euro ed in tre casi il maltolto accertato, da restituire, si è collocato tra i 15 e i 20 mila euro. I motivi del contendere, con i ricorrenti usciti vincitori, sono svariati: si va dai mancati pagamenti dei mesi estivi nella ricostruzione di carriera alla immissione in ruolo mai attuata pure avendo ampiamente superato i 36 mesi di supplenze; dal rifiuto immotivato del riconoscimento del salario accessorio (RPD/CIA) a chi ha stipulato un contratto di tipo “breve e saltuario” oppure degli scatti di anzianità negati per le supplenze svolte. Diversi ricorsi hanno riguardato l’assurda mancata concessione della Carta ai supplenti annuali, come pure la mancata monetizzazione delle ferie dei dai precari non fruite.

 

Nello specifico, a Genova il risarcimento per mancata assegnazione degli scatti di anzianità al supplente ha superato i 19 mila euro; per abusiva reiterazione dei contratti di docenza a termine, a Ravenna un insegnante ha recuperato 18 mila euro; ad Asti, per la stessa ragione, il mancato rispetto dell’immissione in ruolo automatica dopo tre anni di servizio svolto come precario, come indicato più volte dai tribunali europei, un docente si è visto assegnare 15.442 euro di risarcimento.

 

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief è sempre più convinto che “alla lunga la politica del rispetto delle leggi e della lotta perché questo principio non venga mai mano, stanno pagando alla grande. Il rammarico è che per avere soddisfazione nel fare prevalere la giustizia non si riesca ad agire come vorremmo sul legislatore, ma si debba passare obbligatoriamente per i tribunali della Repubblica: è una conclusione amara, ma che ci spinge anche ad insistere ad andare avanti per questa strada. La stessa che sempre più insegnanti, amministrativi, collaboratori scolastici e tante altre figure professionali della scuola stanno percorrendo, producendo quindi ricorso attraverso i produttivi legali del nostro sindacato rappresentativo”.

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