Riforma reclutamento, in arrivo le lauree semi-abilitanti. Per precari storici non basterà il concorso. Martedì Bianchi incontra politici e sindacati

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In arrivo il decreto sul reclutamento degli insegnanti. Le nuove regole che porteranno i docenti in cattedra sono alle battute finali.

Il decreto legge, secondo quanto raccolto, potrebbe arrivare nelle prossime settimane, probabilmente entro metà maggio, in Consiglio dei Ministri per l’approvazione.

Secondo il Sole 24 Ore, arrivano le lauree semi-abilitanti: laurea triennale più magistrale (3+2) o a ciclo unico con l’aggiunta di 60 crediti formativi su materie antro-psico-pedagogiche acquisibili negli ultimi 2 anni di corso.

Se le indiscrezioni giornalistiche venissero confermate, per gli aspiranti insegnanti ci sarebbero tre strade

  1. Conseguire almeno 30 cfu (di cui 15 di tirocino) all’università e partecipare ai concorsi scuola, salvo poi completare i restanti 30 cfu e l’abilitazione con un anno a tempo determinato e part-time
  2. 60 cfu e l’abilitazione già durante gli studi, passare il concorso e poi svolgere l’anno di prova e, previa valutazione positiva, giungere alla conferma in ruolo
  3. I precari “storici”, con almeno 36 mesi di servizio,  possono accedere direttamente al concorso e, se possano le prove, fare l’anno di prova.

Si tratta della riforma del reclutamento tanto atteso e prevista dal PNRR e non è altro che la seconda parte del processo già iniziato l’anno scorso con la semplificazione delle procedure concorsuali.

Ci sono, però, alcuni aspetti da chiarire. Innanzitutto quello dei 60 cfu. Considerando che una laurea magistrale, a oggi, prevede 120 cfu, si immagina che i 60 cfu siano aggiuntivi, così come si può immaginare che possano essere acquisiti in parallelo.

Una volta in ruolo il percorso per gli insegnanti si uniforma e sono previsti due novità: la prima è la formazione continua. Per incentivarla il governo ipotizza una progressione stipendiale accelerata per i docenti che frequentano con profitto corsi selezionati.

Novità, però, anche sulla mobilità. I vincitori dei futuri concorsi potranno chiedere il trasferimento, ma anche l’assegnazione e l’utilizzazione provvisoria in altro istituto solo do tre anni di servizio nella scuola a cui sono stati assegnati.

Martedì i ministri Bianchi e Messa incontreranno i prima senatori e deputati della maggioranza e poco dopo i sindacati sul sistema.

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