Reclutamento, Flc Cgil: “Servono percorsi abilitanti per i precari”

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La Flc Cgil, al termine del primo tavolo tematico su reclutamento, formazione e abilitazione, punta il dito contro il decreto sostegni bis, distante dal Patto per la Scuola recentemente firmato, ed evidenzia la necessità dei percorsi abilitanti.

Come FLC CGIL abbiamo sollevato prima di tutto un tema di metodo: non si può aprire un tavolo di confronto avendo emanato un Decreto che disattende gli impegni assunti nel Patto. O si dice oggi che il ministero si prepara alla correzione del decreto e quindi ha un senso accogliere le osservazioni dei sindacati oppure abbiamo bisogno di discutere di proposte a regime che correggano le cose che sbagliate presenti nel Decreto stesso. La FLC e la CGIL invieranno gli emendamenti che hanno preparato, ma è chiaro che il decreto va affrontato nella sua complessità“, si legge sul sito del sindacato.

“Le criticità da affrontare sono diverse: innanzi tutto bisogna dare una risposta ai precari inseriti nella seconda fascia GPS con tre annualità di servizio, docenti che hanno fatto funzionare la scuola secondaria ormai da anni e bisogna includerli nel piano di assunzioni. Per il sostegno il possesso della specializzazione deve essere l’unico requisito per essere assunti dalla GPS di 1 fascia, in quanto la scuola ha carenza di docenti specializzati e senza questa modifica dei requisiti le assunzioni realizzate sarebbero pochissime. Bisogna dare risposte ai docenti con tre anni di servizio su sostegno, ai quali va garantito l’accesso alla specializzazione e la possibilità di essere stabilizzati. Inoltre bisogna superere le criticità sui concorsi ordinari, a partire da quella misura anticostituzionale che prevede che i docenti che non superano il concorso non potranno riprovare con quello successivo”, prosegue il sindacato guidato da Francesco Sinopoli.

Inoltre, “il fatto che il decreto abbia previsto la chiamata da GPS costruisce una cornice che può dare riposte ai problemi del reclutamento, ma perché il meccanismo diventi efficace occorre correggere le limitazioni che ostacolano le assunzioni. In un Paese dove da anni non si propongono procedure abilitanti, non è credibile proporre una procedura straordinaria che prevede solo il contestuale possesso dei due requisiti dell’abilitazione e dei tre anni, occorre invece avviare i percorsi abilitanti a regime, in modo da garantire l’accesso all’abilitazione ai precari con tre anni di esperienza, ai docenti di ruolo ingabbiati e investire sulla formazione“.

Infine, “sul tema delle risorse rileviamo che il Decreto Sostegni bis che prevede risorse per i più svariati settori, sul reclutamento ancora una volta propone interventi a costo zero, e nello stesso PNRR la riforma che si paventa propone ancora procedure a quiz e zero investimenti sulla formazione in ingresso abilitante“.

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