Recalcati: “Se privati degli iPhone i nostri ragazzi provano l’angoscia tipica dello svezzamento. Come diceva Freud il mestiere del genitore è difficile, tutti sbagliano”

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Lo psichiatra Massimo Recalcati, in una lunga intervista al Corriere della Sera, sottolinea che l’esperienza collettiva della pandemia ha amplificato il disagio tra i giovani, manifestato in comportamenti autolesivi, violenza non ideologica, ritiro sociale, tra le altre sintomatologie.

Recalcati avverte che sarebbe un errore etichettare questi giovani come la “generazione Covid”, evocando un alibi che gli adulti dovrebbero prevenire.

Recalcati evidenzia un paradosso nell’uso dei social media tra i giovani. Nonostante siano etichettati come strumenti di “connessione”, promuovono in realtà un’iperconnessione che può sfociare in un’assenza di pausa e distacco dalla realtà, generando una dipendenza tossica. L’incapacità di distinguere tra il reale e il virtuale, secondo Recalcati, è un grande rischio della nostra epoca.

L’esperto osserva che molti giovani hanno scelto di mantenere la condizione di isolamento indotta dalla pandemia per evitare il giudizio e la competizione sociali intensificati dalla visibilità online. Recalcati sottolinea la differenza tra solitudine, un tempo potenzialmente creativo, e isolamento, una deviazione patologica della solitudine.

Riguardo agli atti di violenza nelle scuole, Recalcati fa notare che non sono necessariamente alimentati da frustrazione, ma spesso da invidia. Gli aggressori colpiscono quelli che vedono come più felici, più vivi di loro, rappresentando un ideale irraggiungibile.

Recalcati afferma che viviamo in un’epoca di “evaporazione del padre”, e critica sia la tendenza neoliberale che quella nostalgica di restaurazione. Propone un’alternativa: padri testimoni, figure la cui parola ha un peso, padri che sanno dare un senso al mondo con i loro atti.

Alla domanda su cosa farebbe un genitore con un figlio isolato, Recalcati sottolinea il rispetto del segreto dei figli. Suggerisce ai genitori di dare tempo al figlio di chiedere aiuto e di esaminare la propria responsabilità nella situazione, piuttosto che forzare la situazione.

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