Ramandan a scuola, preside invia circolare: “In caso di malori per digiuno segnalo tutto alla Procura dei Minori”. Il pediatra: “Seguire dialogo e confronto”

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Il caso di un istituto comprensivo di Genova, dove la preside ha inviato una circolare alle famiglie annunciando l’intenzione di segnalare alla Procura dei minori i casi di malore dovuti al digiuno del Ramadan, ha acceso un acceso dibattito sul tema di come conciliare il diritto alla salute dei bambini con la libertà di culto.

Alberto Ferrando, presidente dell’associazione dei pediatri extra ospedalieri della Liguria, sostiene che la salute dei bambini debba avere la precedenza su tutto. “Poi si dovrebbe seguire la strada del dialogo e del confronto, essere più tolleranti, piuttosto che affidarsi a comunicazioni formali con il rischio di essere fraintesi”.

La preside ha invece difeso la sua decisione, spiegando che si tratta di un’extrema ratio volta a tutelare la salute degli alunni. “Non possiamo permettere che i bambini si mettano a rischio per il digiuno”, ha affermato. “La nostra priorità è la loro sicurezza”.

Le posizioni a confronto

Da un lato, c’è chi sostiene che il digiuno del Ramadan possa essere pericoloso per la salute dei bambini, soprattutto in età scolare. Il digiuno può infatti causare disidratazione, affaticamento, mal di testa e cali di concentrazione. Dall’altro lato, c’è chi ritiene che la libertà di culto debba essere garantita e che le famiglie debbano essere libere di scegliere se far digiunare o meno i propri figli.

La necessità di un dialogo

Indipendentemente dalla posizione che si assume su questo tema, è importante che ci sia un dialogo aperto e costruttivo tra le diverse parti coinvolte: famiglie, scuola, autorità religiose e pediatri. Solo attraverso il dialogo e la comprensione reciproca si può trovare una soluzione che tuteli sia la salute dei bambini che la loro libertà di culto.

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