Rahma Nur, la prima maestra di colore in Italia. “Una collega mi chiamavano cioccolatino. Nella didattica unisco Ungaretti e la letteratura afroamericana”

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Rahma Nur, nata a Mogadiscio e arrivata a Roma all’età di 5 anni nei primi anni Settanta, condivide la sua esperienza di integrazione e discriminazione in Italia. Diventata cittadina italiana dopo un percorso lungo vent’anni, Rahma è oggi maestra nella scuola primaria statale di Pomezia, nonché scrittrice e poetessa pluripremiata. Il suo messaggio, lanciato attraverso Il Corriere della Sera, pone l’accento sulla necessità di accogliere le differenze.

Da Ungaretti al blues

Per Rahma, la classe rappresenta un luogo sicuro. “In classe sto bene, è il mio luogo sicuro e spero sempre lo sia anche per i miei alunni”, afferma. Nella sua didattica unisce la poesia di Ungaretti, la letteratura afroamericana e il blues, promuovendo uno spazio aperto alla curiosità e alla crescita culturale. I bambini, racconta, si dimostrano “più curiosi che paurosi”.

Pregiudizi e difficoltà con i colleghi

Rahma ricorda gli inizi della sua carriera come insegnante, quando ha percepito una certa diffidenza da parte dei colleghi: “Quando ho preso servizio vedevo gli insegnanti un po’ cauti nei miei confronti. Un collaboratore aveva detto loro che parlavo a stento italiano”. Un episodio significativo riguarda una collega che, durante un collegio docenti, si rivolgeva a lei con il termine “cioccolatino”. Rahma spiega di aver fatto notare alla collega la connotazione inappropriata dell’appellativo, suggerendo piuttosto un diminutivo affettuoso come “Rahmuccia”. La collega, racconta, si sarebbe offesa.

Un Paese tra apertura e razzismo

Rahma sottolinea come, negli ultimi anni, sia cresciuto il numero di persone che si informano e si impegnano su temi come l’antirazzismo, l’antiabilismo e il femminismo. Tuttavia, evidenzia anche l’esistenza di una tendenza opposta: “Ci sono molti che non si vergognano più di essere definiti razzisti e che anzi si dicono orgogliosi di escludere gli altri”. Secondo Rahma, questa attitudine nasce dalla paura di affrontare temi complessi e dalla mancanza di strumenti per superare i pregiudizi.

La presenza degli stranieri in Italia e la loro partecipazione al mercato del lavoro

Secondo i dati più recenti dell’Istat, al 31 dicembre 2023, gli stranieri residenti in Italia sono 5.253.658, rappresentando l’8,9% della popolazione totale. Per quanto riguarda l’occupazione, il tasso di occupazione degli stranieri di età compresa tra 20 e 64 anni è del 65,1%, leggermente inferiore a quello degli italiani, che si attesta al 66,4%. Tuttavia, nel periodo tra il secondo trimestre 2022 e il secondo trimestre 2023, si è registrato un calo nel numero di occupati tra gli stranieri con cittadinanza UE e non UE, a fronte di un incremento dell’occupazione tra i cittadini italiani.

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