Quota 96. Forse lunedì dati ufficiali censimento.Trapelano indiscrezioni: a presentare richiesta in 14mila
red – Parliamo del censimento avviato dal Ministero e che ha avuto come obiettivo di contare gli aspiranti pensionandi di Quota 96, bloccati in servizio a causa della legge Fornero, al fine di determinarne l’esatto numero e quantificare la copertura finanziaria necessaria
red – Parliamo del censimento avviato dal Ministero e che ha avuto come obiettivo di contare gli aspiranti pensionandi di Quota 96, bloccati in servizio a causa della legge Fornero, al fine di determinarne l’esatto numero e quantificare la copertura finanziaria necessaria
Secondo indiscrezioni, tali vogliamo ribadire sono e come tali devono essere considerate, a partecipare al censimento sono stati circa 14mila docenti, di questi, in realtà la maggior parte non aveva i requisiti per rientrare nella Quota96. Tentar non nuoce, avranno pensato. Da qui anche la difficoltà nel conteggio ed i ritardi nell’elaborazione dei dati.
Non ci sono ancora numeri ufficiali, ma solo "spifferi", da prendere con le pinze.
Il censimento è nato dallo scontro tra Inps e Ministero dell’Istruzione sui numeri di quanti, a causa della riforma Fornero, hanno dovuto procrastinare il pensionamento di qualche anno, nonostante avessero già maturato i requisiti.
Infatti, secondo l’Inps gli aspiranti pensionandi sarebbero 9mila, secondo il MIUR 3.500. Certo, i dati del MIUR si basano su una stima e non – come sembrava in un primo momento – su elementi numerici censiti dal Ministero medesimo. Da qui la necessità di un conteggio sul campo.
Ebbene, da lunedì sarà possibile sapere i numeri ufficiali, che saranno comunicati alla Commissione XI.
Parliamo di numeri e soldi
Perché, questo è lo scopo del censimento: quantificare la copertura finanziaria necessaria. Pare che gli aventi diritto, dei 14mila docenti che hanno presentato la domanda, siano circa 5mila. Se il dato dovesse essere confermato, il fabbisogno per il loro pensionamento si aggirerebbe intorno ai 200mln di euro.
Cifra non indifferente che in un periodo di ristrettezze come quello attuale rischia di diventare un ostacolo. Basti pensare allo scontro avvenuto in parlamento che ha visto insorgere la lobby degli alcolici a causa dell’aumento delle accise per finanziare il Decreto istruzione, o le tensioni a seguito della ricerca di 50mln di euro per aumentare il fondo del diritto allo studio.
Sarà possibile aumentare ancora le tasse per far fronte a queste emergenze? Alcune forze politiche, come il PdL, hanno già messo il veto su ulteriori aumenti per questo tipo di provvedimenti.