Quota 96: approvato ordine del giorno, fine agosto provvedimento. Parere RGS non un’opinione
redazione – The day after, tra le macerie dell’emendamento Quota 96 per il loro pensionamento, si sprecano i commenti che addossano colpe alla Ragioneria dello Stato. Renzi promette Decreto a fine agosto.
redazione – The day after, tra le macerie dell’emendamento Quota 96 per il loro pensionamento, si sprecano i commenti che addossano colpe alla Ragioneria dello Stato. Renzi promette Decreto a fine agosto.
La Ragioneria fa il suo lavoro
Inutile sparare a zero sulla Ragioneria dello Stato. Ad esempio, il Sottosegretario Reggi ha parlato di conflitto tra chi deve tenere in ordine i conti e coloro che chi cerca di risolvere una ingiustizia. Belle parole e ad effetto, politici contro tecnici, con questi ultimi descritti come freddi calcolatori interessati soltanto ai conti.
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Siamo d’accordo con Reggi, quando afferma che è necessario che si risolva il problema, in nome di una giustizia che in questi anni è mancata alla scuola e del un turn over che permetterebbe a 4mila giovani di stabilizzare il proprio lavoro.
Però, la Ragioneria dello Stato fa il suo lavoro, "ragiona" sui conti, non fa politica e il suo parere è nella Costituzione, è previsto dall’art. 1 perché i conti in ordine (che l’Italia non ha) sono alla base della stabilità di un paese. Dalla RGS non si scappa, non c’è discrezionalità, al massimo bisogna lavorare sulla base delle sue indicazioni.
Indicazioni che questa volta sono arrivate tardi, dopo l’approvazione dell’emendamento a calici già sollevati.
La Ragioneria ha posto principalmente due questioni:
- il numero dei 4mila come tetto massimo per il quale non c’era garanzia di rispetto, questione sollevata anche dai tecnici del bilancio, che hanno indicato quale problema la questione dei contenziosi
- la mancanza di copertura finanziaria, con scelte di canali non stabili e che causavano un bug di 45mln di euro.
Il secondo punto è un errore che certo non è da imputare alla Ragioneria. Quest’ultima si è limitata a dire che i soldi non bastavano, è il suo lavoro. Non spetta alla Ragioneria dire da dove prenderli. Al massimo sarebbe da appurare come mai il parere sia arrivato dopo l’approvazione dell’emendamento, a tempi ormai strettissimi, anzi: senza scampo.
Mentre per il primo punto c’è ancor più dell’incredibile, dato che si tratta di un rilievo che la Ragioneria ha già fatto e che è leggibile nero su bianco nei precedenti pareri e per il quale non si sono, evidentemente, attivate contromisure sufficienti. Forse si aspettavano che la Ragioneria questa volta si distraesse?
Nuove promesse ed un ordine del giorno
Nel marasma delle dichiarazioni e della concitazione per la questione Quota 96, c’è stato un attimo di distrazione che non ha permesso di mettere in evidenza l’accoglimento in sede di Commissione affari costituzionali (che ieri ha avuto l’onere di stralciare l’emendamento) di un ordine del giorno, con il quale si impegna il Governo a risolvere la questione Quota.
Il Primo Ministro Renzi ieri, in tarda serata, è intervenuto, affermando che lo stralcio dell’emendamento ci stava poiché fuori contesto rispetto al Decreto PA.
Riteniamo l’argomentazione debole, non sono stati certo questi i motivi che hanno portato allo stralcio. I Quota coinvolti avrebbero sicuramente preferito essere fuori contesto, ma in pensione.
E’ anche vero che Renzi ha anche pubblicamente preso un impegno, anticipando un provvedimento governativo a fine agosto che coinvolga una platea più ampia rispetto ai 4mila interessati.
Sperando che non si tratti di una nuova proposta che si scontro con i rilievi della Ragioneria dello Stato e che questa volta i compiti, prima di presentarli, siano stati fatti per benino.
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