Quota 100, pensionato lavora per 2 ore e viene multato dall’INPS: dovrà ridare oltre 15mila euro di pensione. L’incredibile storia
Un pensionato di Pordenone, dopo aver lavorato per soli 2 ore e 20 minuti, si vede richiesto dall’Inps di restituire un intero anno di pensione. Ecco l’incredibile storia.
Il racconto di Giuseppe, un pensionato 68enne di Pordenone, sottolinea le anomalie e gli intoppi della burocrazia italiana. A causa di un lavoro di appena due ore e 20 minuti, oggi si trova a dover restituire all’Inps l’intera pensione del 2020, un totale di 15,500.
Come segnala Il Messaggero, dopo anni nel commercio e un breve periodo come piccolo imprenditore, Giuseppe aveva deciso di ritirarsi nel 2019. Grazie a Quota 100, ha iniziato a percepire un assegno mensile di 1,088. Tuttavia, un dettaglio fondamentale gli era stato ben chiaro: chi optava per Quota 100 non poteva lavorare per 5 anni.
Purtroppo, la sfortuna si è abbattuta su Giuseppe. Per un debito non saldato, l’Agenzia delle Entrate gli trattenne 78 al mese dalla pensione. Poi, un’amministrazione lo ha assunto per un brevissimo impiego, assicurandogli che non ci fossero problemi con l’Inps. Ma, dopo aver lavorato per soli 2 ore e 20 minuti, ricevendo un pagamento di 30, è arrivata la doccia fredda: una lettera dall’Inps che gli chiedeva di restituire 15,500.
Ora, oltre ai 78 trattenuti per il debito, Giuseppe vedrà detratti ulteriori €180 dalla sua pensione per i prossimi dieci anni. La sua reazione? “Avrei dovuto lavorare in nero, ma ho sempre voluto essere onesto”. Adesso, con l’aiuto di un legale, spera di trovare una soluzione a questa incredibile situazione.
Questo episodio mette in luce le complessità e, a volte, l’assurdità della burocrazia, dove un piccolo errore può avere conseguenze enormi e sproporzionate. Giuseppe, che ha cercato di rimanere corretto e onesto in ogni situazione, si ritrova ora in un labirinto burocratico, evidenziando la necessità di una maggiore chiarezza e flessibilità nel sistema.