Quirinale, gli studenti votano per Draghi, ma 1 su 5 non sa nemmeno chi sia l’attuale presidente della Repubblica
Anche i giovani vogliono entrare nel dibattito del momento: l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Indicando a gran voce un nome su tutti: Mario Draghi.
La maggior parte dei 1.800 ragazzi – tra i 14 e i 25 anni – raggiunti in questi giorni dal portale Skuola.net, posta di fronte a un elenco di “papabili” non ha infatti dubbi: ad assumere l’incarico dovrebbe essere l’attuale Presidente del Consiglio. A pensarla così è ben 1 su 4. Nessun altro, almeno tra i candidati più in voga, sembra convincere; tanto è vero che la seconda opzione più gettonata è “nessuno di loro” (17%).
Una scelta che però, almeno per i ragazzi più giovani, è maturata senza un supporto fondamentale: quello della scuola. Nonostante si parli tanto di Educazione alla cittadinanza, per formare nuove generazioni più consapevoli del contesto sociale in cui vivono, l’argomento che da mesi sta tenendo banco sembra non avere spazio nelle nostre classi. Tra chi ancora frequenta la scuola, da settembre a oggi, il 70% non ha mai parlato di Quirinale e del ruolo del Presidente della Repubblica con i propri insegnanti; 1 su 5 ha affrontato il tema giusto una-due volte; appena 1 su 10 ne discute frequentemente.
Ecco forse perché, nomi a parte, quando gli vengono poste semplici domande sulle modalità di elezione del Capo dello Stato la distanza tra i giovani (non solo in età scolastica) e le istituzioni si mostra in tutta la sua evidenza. Solo il 31%, ad esempio, sa quali organi eleggono il Presidente della Repubblica (ovvero i “grandi elettori”: Senatori, Deputati e rappresentanti delle Regioni); mentre una buona metà (47%), pur sbagliando di poco nel rispondere, dimentica i delegati delle Regioni; gli altri vanno completamente fuori strada. Anche l’età minima per poter ricoprire la carica manda in confusione: quasi 1 su 4 è convinto che occorra avere più di 60 anni, il 18% abbassa l’asticella a 40 anni, il 13% pensa che basti essere maggiorenni; alla fine solo il 45% indica (correttamente) in 50 anni la barriera anagrafica per la candidatura. Meglio, ma non troppo, sulla durata del mandato: a sapere che il Presidente della Repubblica svolge il suo ruolo in 7 anni sono in 6 su 10.
Inevitabile, in un sondaggio sul Capo dello Stato, chiedere ai giovani un punto di vista su chi sta per concludere il suo incarico: quel Sergio Mattarella che in molti vorrebbero per un secondo mandato. Una rielezione, la sua, che verrebbe vista di buon occhio dalla maggioranza degli intervistati (53%). Più o meno gli stessi che promuovono a pieni voti il settennato di Mattarella (55%). Purtroppo, però, esiste anche una buona fetta che era all’oscuro dell’identità del Presidente in uscita: la frase “Mattarella, chi è costui?” echeggia probabilmente nei pensieri di ben il 20% degli studenti.
Tornando, invece, sul toto-Quirinale si è già detto della corsa solitaria – perlomeno nella mente dei ragazzi – di Draghi e della poca fiducia in altre soluzioni. Ma, dovendo fare dei nomi, quali potrebbero essere le alternative? Tra i personaggi tirati in ballo in questi giorni, subito dietro il Premier, seppur staccatissimo, si piazza Silvio Berlusconi (indicato dal 13%), seguito da Marta Cartabia (11%). E se fossero direttamente i giovani a poter scegliere liberamente il loro candidato? Le cose cambiano completamente, si esce dalla politica: per ampie fasce di adolescenti e ventenni il candidato perfetto sarebbe Piero Angela oppure, dovendo puntare su un profilo più giovane, suo figlio Alberto.
Ma, nomi a parte, qual è l’identikit del prossimo Capo dello Stato secondo ragazze e ragazzi? Ad esempio, deve essere un uomo o una donna? Su questo, sebbene un quarto del campione (24%) sostenga che sia ora di cambiare marcia, facendo salire la prima donna al Quirinale, più dei due terzi (68%) sono concordi nell’affermare che il genere sia indifferente e che contino le competenze. Stessa cosa per quanto riguarda l’età: il 26% vorrebbe un Presidente “giovane”, potenzialmente più dinamico e vicino alle loro istanze; il 19% lo preferirebbe più “maturo”, confidando nell’esperienza; ma la maggioranza (54%) pensa che l’età non conti.