Quel pasticciaccio brutto dello schema-decreto formazione iniziale docenti

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Enrico Maranzana – La valorizzazione sociale e culturale della professione docente è la finalità del decreto ministeriale.

Nell’elenco dei riferimenti normativi iniziali appare:

VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297,
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275,
disposizioni riguardanti l’autonomia delle istituzioni scolastiche e la struttura organizzativa delle scuole (Titolo I).

Le due norme, proiettate sullo schema del decreto, restituiscono: VISTO MA NON CAPITO.

La valorizzazione della professionalità docente implica l’esplicitazione dell’ambito in cui essa è esercitata, ambito il cui prestigio deve essere universalmente riconosciuto, pena l’indifendibilità della professionalità dei lavoratori.

L’ambito traspare dalla legge 107/2015, di cui lo schema di decreto è figlio, che mira a “dar piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche” che “si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione”.

Quale significato hanno “educazione”, “formazione”, “istruzione”?
La gerarchia che struttura le tre categorie influenza il loro significato1?

Il TU 275 scioglie il nodo strutturale:
Il consiglio di circolo e d’istituto gestisce il rapporto scuola-società 2:
“elabora e adotta gli indirizzi generali” e li esprime sotto forma di competenze generali (traguardi formativi);
delibera i “criteri generali della programmazione educativa” per indirizzare la programmazione scolastica;
Il Collegio dei docenti “programma l’azione educativa” per disegnare, attuare e controllare itinerari che conducono alla conquista delle competenze generali;
I Consigli di classe predispongono e validano piani di coordinamento e di convergenza degli insegnamenti (istruzione).

L’attività del docente si colloca a valle delle tre funzioni: consiste nell’utilizzo delle potenzialità della disciplina d’appartenenza per contribuire al successo del sistema scolastico. La sua progettazione didattica deve rispettare i vincoli di sistema e lo statuto della disciplina: il docente deve padroneggiare la propria materia e deve individuarne gli aspetti utili e necessari al conseguimento dei traguardi collegialmente determinati.

Lo schema del decreto trascura la visione d’insieme: l’attività docente non ha legami con il contesto . Per accedere all’insegnamento è richiesta la CONOSCENZA della specifica disciplina, LA CONOSCENZA delle discipline antropo-psico-pedagogiche e delle metodologie e tecnologie didattiche, la CONOSCENZA in tutte le discipline facenti parte della classe di concorso.

“Un uomo stolto ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande”.

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1 La sequenza educazione-istruzione-formazione è tipica delle attività etiche, mirate a plasmare i giovani rispetto al modello d’uomo cui s’ispirano. L’insegnamento impartito nei seminari è funzionale a tale visione.
Il concatenamento istruzione-formazione-educazione, che ben s’intaglia in situazioni statiche, conduce alla professionalizzazione, all’addestramento. L’insegnamento universitario risponde a tali esigenze.
La progressione formazione-educazione-istruzione poggia sul presupposto che l’individuo trovi la sua identità all’interno della società di cui è parte. Ne discende che l’insegnamento non trovi più nei libri di testo riferimenti certi: la conoscenza è strumentale rispetto alla promozione di capacità e di competenze, i nuovi traguardi dell’istituzione scuola.

2 Il comma 14.4 della legge 107 stabilisce: “Il PTOF è approvato dal Consiglio di Istituto” che rimane l’organo strategico della scuola, con prerogative invariate.

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