Quarantena per docenti e studenti, in arrivo nuove regole: differenze tra vaccinati e non vaccinati. Scarica BOZZA documento ISS [PDF]
In arrivo il documento per la gestione della quarantena a scuola redatto dall’Istituto Superiore di Sanità assieme ai ministeri dell’Istruzione e Salute e con il contributo delle Regioni. Il testo è alle battute finali e nelle prossime ore sarà reso noto. Vi anticipiamo la bozza.
Se è positivo un docente, scatta la sorveglianza “con testing” e si rientra a scuola con un risultato negativo. In presenza di un ulteriore contagiato, per i vaccinati/negativizzati negli ultimi 6 mesi è prevista al sorveglianza “con testing”, mentre per gli altri scatta la quarantena. Per vaccinato si intende chi ha completato il ciclo da almeno 14 giorni. Sei i positivi sono due oltre al docente, ci sarà la quarantena per tutta la classe.
Regole simili se si contagia studente nella scuola primaria e in quella secondaria. Continua la scuola in presenza e si fanno i test. Se un secondo studente è positivo, i compagni non vaccinati vanno in quarantena (e quindi in Dad), mentre i vaccinati restano in presenza. Se i positivi sono tre in una classe, la quarantena scatta per tutti: 10 giorni per i non vaccinati, si scende a 7 per i vaccinati.
Per nidi e infanzia (0-6 anni): con un caso positivo quarantena di 10 giorni per tutta la “classe-bolla”. L’unico a poter definire un isolamento più lungo può essere il medico.
Con le nuove regole, in altre parole, la quarantena non scatterebbe in maniera immediata: se i compagni dello studente positivo dovessero risultare tutti negativi al test, la didattica in presenza non subirebbe alcuno stop. I ragazzi verrebbero poi monitorati dopo cinque giorni dal primo tampone. Se dovesse esserci un nuovo caso positivo, scatterebbe la Dad ma solo per i non vaccinati.
Cosa si prevede attualmente
Ad oggi, la regola in vigore è la seguente: in presenza di uno studente positivo, tutta la classe finisce in quarantena. L’isolamento dura 7 giorni per i vaccinati, 10 per i ragazzi che non lo sono (almeno per gli alunni dai 12 anni in su). Prima di rientrare a scuola è necessario fare il tampone, che deve risultare negativo. Di fatto sono le Asl a decidere di volta in volta come bisogna comportarsi, pertanto le regole non risultano uguali per tutti: ecco perché è ecessario un piano di azione uniforme.
Allarme privacy
All’Ansa, la segretaria nazionale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, mette in guardia sull’aspetto della privacy: “Il testo che abbiamo letto sulla nuova gestione delle quarantene nelle scuole, se confermato, introduce degli elementi di violazione della privacy da parte del dirigente o degli addetti al controllo negli istituti perché richiede una rilevazione del setting: non si può agire violando la privacy in merito alla vaccinazione“.
“Possibile – aggiunge Gissi – che le Asl con la loro competenza non siano in condizione di tracciare le situazioni senza coinvolgere gli addetti alla sicurezza nelle scuole o il dirigente scolastico?”
“Non è corretto questo modo di procedere – protesta Marcello Pacifico che guida il sindacato Anief – gli studenti sono tutti uguali e non si possono dividere in categorie sulla base della vaccinazione fatta o meno. Siamo pronti a fare le barricate e a ricorrere in tribunale”.
Per Pino Turi, che guida la Uil scuola, “è arrivato il momento di incardinare nelle scuole o in gruppi di scuole, un presidio sanitario in grado di effettuare la prevenzione che, insieme alla campagna vaccinale, possa consentire la continuità delle attività didattiche in presenza che è il vero obiettivo da dovere raggiungere”.