Quanto guadagna un vicepreside? Cicero (ANCODIS): “Alcuni meno di 500 euro all’anno” [INTERVISTA]

Rosolino Cicero, presidente di Ancodis, Associazione Nazionale dei Collaboratori dei Dirigenti scolastici, ci ha descrtto la situazione professionale, economica e sociale del “Vicepreside” e in generale delle figure che coadiuvano il dirigente scolastico nello svolgimento delle attività organizzative ed amministrative nella scuola
Professore Cicero, Lei è molto conosciuto negli ambienti scolastici, per la sua passione, tenacia, le sue battaglie. Vuole comunque presentarsi ai nostri lettori?
“Certamente. Sono un insegnante, da 26 anni, di Matematica e Scienze nella scuola secondaria di primo grado e da 10 svolgo l’incarico di Primo Collaboratore nell’I.C. “Giuliana Saladino” di Palermo”.
È uno dei fondatori di ANCODIS, Associazione Nazionale dei Collaboratori dei Dirigenti scolastici. Come è nata l’idea? Quali le finalità?
“Ancodis è stata costituita per aggregare in una comunità associativa donne e uomini, collaboratori dei dirigenti scolastici, che vogliono rivendicare il diritto all’esistenza riconosciuta e regolamentata nel prossimo CCNL. Cerchiamo di porre attenzione a quelle che sono le non semplici condizioni di lavoro che si trovano ad affrontare il collaboratore 1, noto come Vicepreside, il collaboratore 2 e le altre figure del middle management componenti lo staff del DS. Chiediamo la tutela della professionalità di quanti si sono formati con grande impegno, con energie e anche con proprie risorse economiche, che sono umilmente consapevoli dell’importante ruolo che svolgono al servizio ed in favore delle loro comunità scolastiche”.
Ancodis ha come obiettivo il riconoscimento giuridico ai collaboratori del DS che ad oggi non c’è. In concreto di che si tratta?
“Dall’introduzione dell’autonomia scolastica ai sensi del DPR 275/99, i Collaboratori dei DS sono state le figure alle quali non si è voluta dare la meritata attenzione nonostante in ciascuna scuola sono noti per l’intenso ed impegnativo lavoro che svolgono. Da molto tempo chiediamo nel prossimo CCNL il riconoscimento contrattuale dei Collaboratori in una nuova area (i QUADRI ai sensi del comma 1 art. 2 Legge 190/1985) con specifico profilo professionale, attività lavorativa ed orario di servizio, trattamento economico, carriera, criteri di accesso specifici; quindi un vero riconoscimento giuridico e della progressione di carriera di quanti collaborano nella gestione e nella organizzazione delle autonome I.S. a partire dal 1° Collaboratore Vicario”.
Non esiste già il vicario o vicepreside nelle scuole?
“Non esiste da un punto di vista istituzionale, legislativo. Vicario, vicepreside sono nomi che permangono nelle scuole, un po’ come la dicitura ‘Preside’, che da anni ormai si chiama Dirigente scolastico. Il termine più consono è collaboratore, coadiutore, delegato. In ogni scuola il DS nomina un primo collaboratore, con possibilità di sostituzione in caso di assenza; ecco in tal senso la funzione vicariale, ma senza riconoscimento economico al di fuori del FIS. Ed è anche questo aspetto che vorremmo fosse modificato, con l’introduzione dell’indennità economica in caso di sostituzione del dirigente scolastico”.
Quali sono le principali figure corrispondenti ai collaboratori dei DS?
Semplificando le principali sono:
- Primo collaboratore (ex vicario);
- Secondo collaboratore;
- Coordinatore, referente, responsabile, fiduciario di plesso;
- Coordinatore di dipartimento;
- Funzioni strumentali
- Referenti di istituto e di area
- Animatore e team per l’innovazione digitale
Le generalizzazioni sono sempre da condannare, ma leggende metropolitane sostengono che nella maggior parte dei casi la grande mole di lavoro all’interno della scuola è svolta dai due principali collaboratori del DS, i quali addirittura lavorerebbero più dello stesso capo d’istituto. Cosa ne pensa?
“Ogni docente Collaboratore assolve al suo incarico con responsabilità e professionalità. Ovviamente l’impegno è correlato all’incarico ed è commisurato allo stesso. Ma in tutti i casi, le posso dimostrare che se questi docenti rinunciassero ad assumere l’incarico, la scuola vera, la scuola che tutela il diritto allo studio, entrerebbe in seria difficoltà. I nostri alunni, le loro famiglie vedono soltanto ciò che la scuola propone in attività didattiche ed extradidattiche ma deve essere chiaro che queste fondamentali azioni non possono prescindere dal lavoro che svolgiamo nel corso dell’anno scolastico. E per il Collaboratore principale ed il secondo impegnati nel funzionamento e nell’organizzazione, posso dire per l’intero o quasi anno solare”.
Spesso sentiamo dire: “Il vicepreside lavora moltissimo, facendo anche ore in più non pagate, e tutto questo per 100 euro in più al mese”. È cosi? Ci dice quanto guadagna in media il primo collaboratore del DS? Cifra netta.
“Per quanto mi riguarda posso dirle che le mie ore riconosciute in contrattazione sono 200, per un anno solare. Quelle che svolgo in più rappresentano almeno il triplo. Il nostro riconoscimento economico è determinato in contrattazione di istituto nella quale – in ciascuna scuola – DS e RSU concordano l’utilizzo del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. Questo comporta una notevole difformità tra scuole. Nel questionario di fine anno scolastico, tra le altre domande, noi di ANCODIS, abbiamo chiesto quanto è stato assegnato a ciascuno e – se legge i dati – troverà che:
- il 44% ha avuto riconosciuto un importo netto annuo tra 500 e 1000 Euro;
- il 30% meno di 500 euro;
- il 22% tra 1000 e 2000 Euro;
- e, infine, il 4% più fortunato oltre 2000 Euro. Ma ci rendiamo conto che un’ora della nostra attività nella collaborazione vale circa 10 Euro?
Mi consenta a tal proposito di evidenziare una fake news su questo tema: noi, primi e secondi collaboratori, siamo ritenuti i privilegiati, gli strapagati, quelli che prendono tutto. Una volgare falsità e chi lo afferma mente sapendo di mentire. Invece le dico che questa iniqua condizione di trattamento è inaccettabile e disattende l’art. 36 della Costituzione.”
Certo, difronte a tali cifre, non si può che rimanere perplessi. Di recente ha avuto un incontro con la ministra Azzolina. Pensa sia la volta buona per ANCODIS di raggiungere le finalità di cui abbiamo parlato prima nel prossimo rinnovo del CCNL?
“Da quattro anni stiamo cercando di sensibilizzare i rappresentanti delle istituzioni, le forze politiche, le OO.SS. sulla nostra condizione contrattuale.
C’è un vulnus tra CCNL e incarico dei Collaboratori del DS che occorre colmare. Ai nostri interlocutori diciamo che non vogliamo riconosciuti privilegi ma il lavoro che svolgiamo nelle nostre scuole. Ci fa male sentire chi risponde con evidente irresponsabilità: “se non vi sta bene, lasciate” oppure “non sei obbligato a farlo”. Ma se la logica è questa, la stessa potrebbe valere anche per gli altri che sono insoddisfatti delle condizioni e del trattamento economico ricevuto.
Noi invece diciamo che lavoriamo con alto senso di responsabilità e nello stesso tempo riteniamo legittimo denunciare che così non va bene e che lo Stato deve avere attenzione e riconoscimento per quanti accettano di rendersi disponibili per le loro scuole anche alle attuali condizioni. Alla Ministra Azzolina, che abbiamo visto attenta alle nostre proposte e sensibile al nostro disagio, abbiamo chiesto che nella nuova visione della Governance scolastica e nel prossimo rinnovo contrattuale si ponga attenzione a questi docenti che di fatto rappresentano il Middle management scolastico.”
La Ministra ha preso a cuore, quindi, la questione dei collaboratori DS?
Si, a tal proposito, mi faccia ricordare le parole della Ministra Azzolina, pronunciate qualche giorno fa nel corso della trasmissione “In Onda” su LA7:
“Questa mattina ho incontrato i Collaboratori dei DS; sono delle figure eccezionali, fanno un lavoro enorme nelle scuole”
…in riferimento ovviamente a quanto siamo impegnati in questa calda e difficile estate per la ripartenza di settembre. Queste parole sono per noi un riconoscimento pari al valore di una “medaglia al merito” che ci incoraggia ad andare avanti nella battaglia culturale che abbiamo temerariamente intrapreso.
Come giudica l’operato della Ministra ad oggi?
“Credo che i ventennali tagli effettuati e motivati da ragioni di bilancio statale a danno della credibilità dell’Istituzione scolastica, l’inaspettata emergenza sanitaria, l’incertezza su modi e tempi della ripartenza, l’inadeguatezza di molte strutture scolastiche unitamente all’alto tasso di precarietà del personale, il divario socio culturale tra aree del paese emerso prepotentemente in questi ultimi anni, hanno messo sotto elevata pressione il sistema a partire dai suoi vertici Istituzionali. Qualsiasi Ministro si sarebbe trovato impreparato ad affrontare l’emergenza! Certamente gli attacchi personali – rinnovo la solidarietà per le offese a volte al limite del sessismo – e politici hanno dato l’impressione di una Ministra in difficoltà. Io però le posso confermare che ci è sembrata molto determinata ad andare avanti in questa grande scommessa che si può sinteticamente sintetizzare ‘14 Settembre 2020’.”
Tornando al tema dei collaboratori, cosa spinge un docente ad aspirare a diventare vicepreside, visto il guadagno non altissimo?
“Le motivazioni che portano ad accettare l’incarico di vicepreside sono sostanzialmente raggruppabili in due tipologie:
- “Professionali”, proprie dell’incarico declinate nell’opportunità di migliorare le competenze organizzative e gestionali, nell’acquisizione di titoli culturali e professionali attraverso formazione specifica, nel contribuire a migliorare l’offerta formativa della scuola ed, infine, nella possibilità di guadagnare una retribuzione aggiuntiva seppur non commisurata all’impegno ed al tempo dedicato;
- “Etiche”, desiderio di contribuire insieme al DS al buon funzionamento dell’organizzazione scolastica; volontà di migliorare la qualità delle relazioni e, nel complesso, la propria comunità scolastica.
Il vicepreside e tutti i Collaboratori sono davvero dei docenti privilegiati nel senso che vedono la loro scuola da due punti di osservazione: dalla classe nella quotidiana attività didattica e dal vertice nei processi organizzativi e progettuali”.
Dato per scontato i diversi contesti sociali e territoriali, numero alunni, docenti e ATA, grandezza istituzione scolastica, numero plessi, etc, secondo la sua opinione quanto dovrebbe guadagnare un vicepreside?
“Premesso che dobbiamo dire senza incertezza alcuna che occorre ritornare ad un adeguato riconoscimento sociale ed economico della professione docente, oggi considerata la cenerentola della Pubblica Amministrazione nonostante da essa dipenda la costruzione culturale e professionale dei nostri figli e quindi del futuro dell’Italia, nella piattaforma di Ancodis l’aspetto economico mi creda è quello meno rilevante.
Noi diciamo una sola cosa: apriamo un tavolo di confronto lasciando fuori pregiudizi ed illazioni gratuite che fino ad oggi hanno inquinato il confronto mettendo ai margini o addirittura fuori il diritto ad esistere di questa importante componente scolastica.
Ancodis propone in primis di rivedere la Governance della scuola ferma alla fine del 900 che preveda la valorizzazione di figure intermedie di sistema fondamentali (Middle Management) per portare avanti il progetto educativo di una scuola moderna e per affermare l’idea di una comunità professionale. Tutto il resto verrà di conseguenza e sarà oggetto del confronto”.