Quanto durerà la moda dei licei? Lettera

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Inviata da Giuseppe D’Angelo – L’evoluzione scientifica e tecnologica che stiamo vivendo a ritmo serrato ormai da diversi decenni ha portato dei cambiamenti anche sostanziali nei nostri stili di vita quotidiani e, cosa molto importante, nel quadro delle professionalità richieste nei vari settori della produzione e dei servizi.

Nuove figure di operatori sono emerse nel frattempo, che prima non solo non esistevano ma non erano nemmeno immaginate. La connessione globale ha generato una infinita serie di nuove possibilità anche nell’ambito del lavoro e dell’economia.

Basti pensare allo smartworking, all’e- commerce e agli influencers dimostrando, peraltro, l’enorme potere dei social. Le opportunità lavorative offerte dal web sono numerose.

Oggi, per esempio, è possibile lavorare da casa con il proprio telefonino, computer o tablet come recensionista, oppure come freelance in vari settori come web designer, project manager, scrittore, graphic designer e altre specialità. Si può anche aprire un canale YouTube dove aggiungere annunci AdSense ai propri video, così ogni volta che
qualcuno fa clic su un tuo annuncio, guadagni. Si può anche fare dropshipping dove rivestire il ruolo di intermediario tra fornitori di qualsiasi tipo di merci ed acquirenti.

Ma, ancora, si può partecipare a sondaggi on line, creare un blog, scrivere un ebook, sviluppare un App, creare dei podcast, creare dei siti web, diventare un tutor virtuale, ecc. I modi per far soldi oggi sono aumentati e le competenze richieste sono differenti rispetto a quelle di dieci o venti anni fa.

L’evoluzione di cui stiamo parlando non ha riguardato soltanto le nuove tipologie di lavoro che è possibile oggi fare ma anche gli schemi organizzativi e gestionali delle aziende dei vari settori produttivi. In quest’ambito a stravolgere il tutto sta entrando la temibile Intelligenza Artificiale. Grandi aziende del e-commerce internazionale come, ad esempio, Amazon possiedono dei sistemi avanzati di gestione in magazzino dei prodotti commerciati che inducono di certo alcune riflessioni.

Tali sistemi non solo lasciano a bocca aperta per la complessità del meccanismo di movimentazione e deposito, gestito con l’utilizzo dell’IA, ma riducono enormemente il personale necessario per garantire tutto il processo. Come per l’esempio Amazon anche in tutti gli altri settori produttivi si registra un processo evolutivo in tale direzione, anche perché le produzioni industriali sono sempre più tecnologiche e richiedono velocità e precisione operativa che solo le macchine possono garantire.

Soprattutto con l’avvento dell’IA la figura del tecnico di settore qualificato in grado, solo lui, di mettere le mani per far funzionare un sistema si sta avviando ad un rapido
tramonto perché, anche queste figure professionali, possono bene essere vicariate dall’IA. Solo operatori di settore altamente qualificati, innovativi e creativi saranno sempre richiesti, ma la formazione di quest’ultimi deve essere ben curata sin dall’infanzia al fine di far sviluppare quelle competenze generali utili e indispensabili per essere innovativi, quali senso critico, capacità estrapolative, rielaborative e speculative. Se i licei perdono la loro capacità nel formare menti critiche capaci di ragionare autonomamente e interpretare la realtà culturale, sociale, scientifica e politica rischiano pesantemente in credibilità formativa.

Le nostre aziende hanno bisogno di personale tecnico qualificato di medio profilo ma con specifiche competenze operative per svolgere mansioni pratiche, non particolarmente complesse e di gestione, dovute alla estrema settorializzazione dei processi produttivi. Tali tipologie di offerte lavorative non potranno che potenziare la presenza territoriale di istituti professionali e tecnici di settore, gli unici in grado, finora, di fornire tale forza lavoro.

Tipologie di forza lavoro che attualmente le aziende italiane fanno molta fatica a trovare vedendosi costrette ad assumere personale qualificato straniero. E questo è il paradosso in cui ci troviamo: avere tante opportunità per lavorare ma non avere le competenze e la volontà per poterle accettare. Il controllo, ottimizzato dall’IA, dei processi produttivi non avrà più bisogno neanche di tecnici in possesso di laurea specifica, se a questo titolo posseduto non corrisponderà un profilo professionale altamente qualificato nel vero senso del termine. Oggi, più che mai, i licei devono puntare ad alti livelli formativi, invece di garantire facilitazioni, estremamente discutibili, nel conseguimento del titolo di studio. Il compito dei licei deve ritornare ad essere quello che aveva un tempo quando essi immettevano nel mercato del lavoro “teste pensanti” e creative non giovani cresciuti nell’oblio delle difficoltà (che fanno aguzzare l’ingegno) e incapaci, di conseguenza, di reagire opportunamente alle difficoltà operative che la vita, in primis, e il mondo del lavoro, in secondo tempo, presentano sempre. Le istituzioni scolastiche devono gareggiare nel produrre i “migliori” di sempre che possano fornire le idee innovative capaci di fare la differenza in ambito lavorativo, gestionale e della ricerca scientifica e tecnologica.

È con quest’ultima che possiamo mantenere un equilibrio ed una posizione in una economia globalizzata dove esiste un alto rischio di venire fagocitati se perdiamo troppo in competitività.

I licei devono ritornare ad essere enti formativi di alto livello e non specializzarsi nell’accalappiare la ridotta utenza rimasta in una squallida lotta tra poveri dove gli insegnanti stanno, forse, trascurando la loro dignità e professionalità.

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