Quanti docenti e Ata serviranno il prossimo anno? Anief: “Il Ministero convoca i sindacati ma non fornisce risposte concrete alle esigenze degli istituti”

Si è svolto oggi un incontro tra amministrazione e sindacati sugli organici del prossimo anno scolastico: da parte del Ministero, al di là delle dichiarazioni di intenti, appare sempre più evidente l’incapacità di rapportarsi col mondo della scuola ed ascoltare quanto da esso proviene, anche quando a rappresentare i problemi, per condividere e suggerire soluzioni, sono i sindacati che quel mondo lo conoscono bene.
“L’allarme sulla inadeguatezza dell’organico è trasversale sui docenti, come sul personale educativo e Ata”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, il sindacato oggi presente all’informativa con una delegazione composta da Chiara Cozzetto, Cristina Dal Pino e Andrea Messina.
Sulla base delle iscrizioni ufficiali nei vari corsi scolastico, il Ministero ha realizzato uno studio comparativo che ha trasmesso alle organizzazioni sindacali, dal quale emergono una serie di indicazioni: per quanto riguarda i posti interi e i posti equivalenti al monte ore residuo per l’insegnamento dell’educazione motoria, la stima prevede 417 classi in meno. Rispetto alla previsione della quota massima del personale docente, in deroga alle dimensioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n.81, si perdono 2.737 posti e 1.418 classi nella scuola secondaria di II grado. I posti comuni e posti comuni di potenziamento sono invece pressoché uguali allo scorso anno, così come l’adeguamento dell’ogamico di fatto. L’incremento dell’organico di sostegno è pari a 9.000 unità, ben 2.000 in meno dello scorso anno.
“Non c’è alcun investimento sulla scuola e, in genere, sul comparto della conoscenza, né modifiche strutturali e programmate nel tempo; si tratta sempre di operazioni contabili dettate dal Ministero delle Finanze nel silenzio di qualsiasi riflessione pedagogica”, ha dichiarato Chiara Cozzetto, segretaria generale Anief: “L’idea di progettare un percorso di miglioramento del sistema che forma i futuri cittadini, innalzando i livelli di benessere produttivo, sociale e culturale del paese rimuovendone i divari, è ancora una volta idea sconosciuta alla politica”, ha continuato la sindacalista.
“Cominciare proprio dalla riduzione degli alunni per classe e operare una progressiva modifica del DPR 81/2009, deve essere la prima significativa misura di attenzione verso una scuola – ha detto il presidente Marcello Pacifico – da cui si pretende moltissimo ma dando poco. L’idea di rinnovare ‘ad invarianza di risorse’ scommettendo sulla denatalità (se non sul taglio del curricolo di studi) per ridurre i posti, impoverisce il sistema, lo rende più fragile, demotiva e disorienta il personale: non è certo quello che serve, né è una scelta di avanzamento. In tante occasioni, come Anief, abbiamo presentato proposte emendative su questa norma al fine di superarla per via legislativa”.
Andrea Messina, sempre in rappresentanza del giovane sindacato, ha infine invitato il Ministero a monitorare la situazione della classe di concordo A023 Italiano per alloglotti: “La debolezza e, in alcuni casi, la totale assenza di provvedimenti concreti che permettano di realizzare efficaci azioni didattiche rivolte agli studenti non italofoni è evidente se si prendono in considerazione i dati contenuti nei notiziari annualmente curati e pubblicati dal ministero dell’Istruzione sulla presenza di studenti L2: siamo passati dallo 0.7% per l’anno scolastico 1996/1997 al 10% degli studenti, circa 900.000. I numeri parlano chiaro”, ha spiegato Messina.
“Il problema è che in organico abbiamo solo 142 docenti di classe di concorso A023, a fronte di 115 CPIA, i Centri per l’Istruzione degli adulti: non viene nemmeno rispettato il numero di due docenti per CPIA come da Decreto Interministeriale del 28 aprile 2016. Dunque, avrebbe senso inserire nell’organico dei nostri istituti comprensivi e di secondo grado molte più figure A023 e reclutare le centinaia di insegnanti formati, per garantire agli alunni alloglotti un’istruzione di maggiore qualità”, ha concluso Messina.