Quando l’autonomia scolastica viene ignorata: riflessioni sulla nota ministeriale che limita i compiti per le vacanze. Lettera

Inviata da Gaia Dini – Con la nota prot. 2443 del 28 aprile 2025, a firma del Ministro dell’Istruzione e del Merito, prof. Giuseppe Valditara, si apre un nuovo capitolo nel dibattito tra centralismo ministeriale e autonomia scolastica. Il documento, seppur non normativo, appare carico di direttive che rischiano di snaturare il ruolo delle istituzioni scolastiche autonome e dei docenti, ponendo sul tavolo questioni fondamentali di metodo, principio e rispetto delle competenze professionali.
Una linea sottile oltrepassata
La nota si presenta come un’indicazione generale, ma il tono prescrittivo, l’elenco puntuale delle azioni da intraprendere e l’insistenza su obiettivi da perseguire con modalità uniformi su tutto il territorio nazionale appaiono come una invasione di campo. La scuola italiana, in virtù del DPR 275/1999, gode infatti di autonomia didattica e organizzativa, che non è un privilegio, ma uno strumento necessario per adattare l’offerta formativa al contesto, agli studenti, alle risorse locali.
La professionalità docente sotto attacco
Ancora più preoccupante è il modo in cui la nota sembra sminuire la libertà e la responsabilità professionale dei docenti, suggerendo modalità operative senza alcun riferimento al confronto collegiale o alla mediazione con le realtà scolastiche. I docenti non sono meri esecutori di istruzioni ministeriali, ma professionisti formati, valutati e responsabilizzati rispetto al successo formativo degli studenti.
Un precedente pericoloso
Non si tratta di opporsi per principio all’azione del Ministero, ma di richiamare l’attenzione su un principio costituzionale fondamentale: la libertà di insegnamento (art. 33 della Costituzione), che non può essere subordinata a visioni politiche contingenti o a campagne mediatiche. Il rischio è quello di trasformare la scuola in un apparato burocratico passivo, anziché in un laboratorio culturale e pedagogico vivo, aperto e in dialogo con il presente.
Il necessario ruolo degli organi collegiali
Ogni proposta che incida sulla didattica e sull’organizzazione interna delle scuole dovrebbe passare attraverso gli organi collegiali: il Collegio docenti, il Consiglio di istituto, il dirigente scolastico in sinergia con il territorio. Saltare questi passaggi significa delegittimare la partecipazione democratica e ridurre l’autonomia a un simulacro.
Conclusioni
La nota 2443, pur nella sua forma ammantata di sollecitazione e di supporto, si inserisce in un trend preoccupante: quello di un’amministrazione scolastica centralistica che dimentica il valore della pluralità, del confronto e del rispetto dei ruoli. La scuola ha bisogno di fiducia, non di direttive calate dall’alto. E i docenti hanno bisogno di riconoscimento, non di imposizioni.