Quando gli studenti vanno male, di chi è la colpa? Il post su Threads che divide insegnanti e famiglie e riaccende il dibattito sulle vere responsabilità del rendimento scolastico

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Un post pubblicato su Threads ha acceso i riflettori sul delicato rapporto tra insegnanti e rendimento scolastico degli studenti, scatenando una discussione vivace e polarizzata.

Il messaggio, che attribuisce la responsabilità dei risultati negativi in classe principalmente ai docenti, ha raccolto centinaia di reazioni. Secondo l’autore, quando “una gran percentuale va male ai compiti in classe”, la colpa non sarebbe degli studenti, ma soprattutto degli insegnanti, accusati di non saper coinvolgere o comprendere i ragazzi, favorendo così atteggiamenti “oppositivo-provocatori”.

Critiche e complessità: la voce della comunità scolastica

La risposta della comunità non si è fatta attendere. Molti utenti hanno definito la posizione espressa nel post “semplicistica e banale”, sottolineando la complessità delle dinamiche scolastiche. Un commentatore ha evidenziato le difficoltà quotidiane: “Trovati in classe con studenti arrivati dalle elementari ancora da alfabetizzare, da ambienti familiari in cui non esistono regole, senza libri o materiale scolastico… E se non studiano la colpa è dell’insegnante”.

Altri hanno rimarcato come, nonostante l’impegno dei docenti nel motivare e spiegare l’utilità delle materie, spesso “agli studenti continua a non fregar nulla”. Emergono così le molteplici sfide che i docenti affrontano, tra cui la mancanza di risorse, la disattenzione e le difficoltà di apprendimento.

Famiglia, contesto e responsabilità condivise

Il dibattito si è poi spostato sul ruolo della famiglia e sul concetto di responsabilità condivisa. Diversi interventi hanno sottolineato che “prima di essere studenti sono figli di qualcuno che non li ha saputi o voluti educare”, evidenziando quanto l’educazione sia un compito “molto, molto faticoso” che richiede “un profondo rapporto di comprensione e fiducia”.  Alcuni hanno ricordato che problemi familiari o disturbi dell’apprendimento possono portare gli studenti a disinteressarsi, mentre non sono mancate critiche anche verso alcuni docenti, accusati di atteggiamenti “classisti” o di favoritismi. Un commento più equilibrato ha infine invitato a riflettere: “Se una percentuale considerevole degli studenti non raggiunge la sufficienza in una prova, è probabilmente mal tarata”. Un punto che suggerisce la necessità di analizzare la questione in modo articolato, riconoscendo la pluralità di fattori che influenzano il successo scolastico e la necessità di evitare facili semplificazioni.

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