Qual è la capitale del Belgio? E come si fanno le divisioni a due cifre? Quando i genitori aiutano i figli nei compiti a casa: “Le lacune non sono solo degli studenti”

La didattica è un viaggio che non coinvolge solo gli studenti ma anche i genitori. E quale momento è più rivelatore dei compiti a casa? Una sfida che mette a nudo le lacune adulte in materie come matematica, geografia e grammatica.
“Ma tu lo sai questo?” Questa è la domanda che spesso sgorga innocente dalle labbra dei bambini e che lascia i genitori a bocca aperta.
Su Il Messaggero c’è spazio per la riflessione di Veronica Cursi che porta diversi esempi. C’è il caso di Valeria, madre di 40 anni, che inciampa sulla divisione a due cifre. Un ostacolo che sembra insormontabile, soprattutto quando i libri di scuola sembrano parlare una lingua sconosciuta. Le divisioni a due cifre diventano un enigma da decifrare, un promemoria delle lacune scolastiche sepolte nel tempo.
Non è solo la matematica a creare problemi. Anche la geografia mette in crisi più di un genitore. “Qual è la capitale del Belgio?” diventa una domanda da quiz televisivo. E la grammatica? Chiara, confusa e disperata, si chiede se “noia” sia un nome o un qualcosa di indefinito.
Tutto ciò diventa materiale caldo nelle chat segrete dei genitori, quelle piattaforme dove si condividono dubbi, timori e, perché no, anche ignoranze. Lacune inconfessabili, soprattutto alla maestra: dalle proposizioni subordinate alla storia dell’arte, passando per le frazioni e le temibili date storiche.
Il momento dei compiti svela una verità a volte scomoda: le lacune non sono solo degli studenti. I genitori si trovano a fare i conti con un sistema scolastico che, magari, hanno dimenticato o mai completamente compreso. La frase di sfogo “Basta, questo è il tuo dovere, io a scuola ci sono già stata!” suona quasi come un’ammissione: in alcuni casi, forse, bisognerebbe ritornarci.