Qual è il valore educativo della Costituzione? “È un orientamento educativo, un valore che si vive e il docente deve trasmetterlo con il proprio esempio”. INTERVISTA a Maria Angela Grassi

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Qual è il valore educativo della Costituzione e il suo ruolo all’interno delle scuole? Un tema cruciale, soprattutto in un momento in cui si parla di rinnovamento delle alleanze educative, ne abbiamo parlato con Maria Angela Grassi, pedagogista e Presidente dell’ANPE, Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani.

Dottoressa Grassi, qual è, secondo lei, il ruolo della Costituzione nell’educazione scolastica?

Innanzitutto volevo ringraziarvi per l’opportunità di affrontare questo tema. La Costituzione italiana non è solo un documento giuridico, ma rappresenta un pilastro fondamentale della nostra identità nazionale e della nostra convivenza civile. Ha un valore educativo profondo, che va oltre il semplice rispetto della legge. Essa incarna i principi di libertà, uguaglianza, dignità umana e solidarietà, che sono alla base della nostra società. La scuola ha il compito di trasmettere questi valori, non solo a livello teorico, ma attraverso pratiche educative quotidiane che li vivano, li insegnino e li promuovano.

Quindi la Costituzione è un punto di riferimento che va ben oltre l’insegnamento dei diritti e dei doveri, giusto?

Esattamente. La Costituzione va letta e vissuta come un orientamento educativo che guida la formazione dei cittadini. La scuola, come luogo di socializzazione e di crescita, deve essere uno spazio in cui questi valori si concretizzano nella quotidianità. Non si tratta solo di insegnare agli studenti i contenuti dei vari articoli, ma di farli riflettere su come questi principi si applicano nella vita di tutti i giorni, nelle loro scelte, nelle loro azioni. Ad esempio, l’articolo 34, che sancisce il diritto all’istruzione, va letto come un invito all’inclusività e alla parità di opportunità per tutti, senza discriminazioni.

Parliamo allora della pedagogia in questo contesto. Come possiamo tradurre i principi costituzionali nella pratica educativa?

La pedagogia, come disciplina che si occupa della formazione integrale della persona, ha una responsabilità fondamentale in questo processo. Noi pedagogisti dobbiamo tradurre i principi della Costituzione in pratiche educative che promuovano la riflessione critica, la consapevolezza dei diritti e la partecipazione attiva. In sostanza, dobbiamo aiutare gli studenti a comprendere non solo cosa sia la Costituzione, ma anche perché essa è importante, come essa ci orienta nelle scelte individuali e collettive, e come possiamo essere parte attiva nella costruzione della democrazia.

E per farlo, secondo lei, quale deve essere il ruolo delle alleanze tra scuola, pedagogia e istituzioni?

Le alleanze sono fondamentali. La scuola da sola non può portare avanti questo progetto educativo. Deve esserci una rete di collaborazione tra scuole, famiglie, istituzioni locali e altre realtà educative. L’ANPE, ad esempio, lavora per promuovere un’educazione che sia inclusiva e che rispetti la pluralità delle identità. È solo con il contributo di tutti che possiamo creare un sistema educativo che non solo fornisca conoscenze, ma che educhi i giovani alla cittadinanza attiva e al rispetto dei diritti. Le istituzioni devono supportare le scuole con politiche che valorizzino questi principi e favoriscano la partecipazione democratica. È una sinergia che, se ben strutturata, può generare cambiamenti significativi.

La scuola dunque come spazio di inclusione, di partecipazione e di crescita civica. E in questo contesto, qual è il messaggio che un pedagogista come lei vorrebbe trasmettere agli educatori e agli insegnanti?

Il mio messaggio è semplice, ma fondamentale: la Costituzione non è un contenuto che si insegna, ma un valore che si vive. Ogni educatore, ogni insegnante, deve sentirsi custode e veicolo di questi principi, e deve saperli trasmettere attraverso il proprio esempio e le proprie azioni quotidiane. La scuola deve essere il luogo dove si forma un cittadino consapevole, che sa di appartenere a una comunità e che ha il dovere di contribuire alla sua crescita, in maniera critica e partecipativa. Solo così possiamo davvero costruire una società che rispetti i valori della nostra Costituzione.

Un messaggio molto forte e importante. Ma, secondo lei, quali sono le sfide che la scuola deve affrontare oggi per rimanere fedele a questi valori costituzionali?

Le sfide sono molteplici. Viviamo in un mondo in cui le disuguaglianze sociali ed educative sono ancora molto evidenti, e in cui i cambiamenti tecnologici e culturali pongono nuove domande sulla nostra identità e sul nostro ruolo. La scuola deve essere in grado di affrontare questi cambiamenti senza smarrire il senso dei valori fondamentali. Dobbiamo fare in modo che l’educazione non diventi solo un fatto tecnico, ma che continui a essere un’esperienza che forma la persona nella sua totalità, nel rispetto dei principi di giustizia, libertà e solidarietà.

Insomma, la Costituzione è un faro che deve guidarci, anche nelle sfide più difficili.

Esattamente. E la scuola ha la responsabilità di essere il luogo dove questi principi trovano una vera e propria applicazione pratica, in ogni momento e in ogni situazione. Il nostro impegno deve essere quello di educare alla democrazia, non solo con le parole, ma con i fatti. Solo così potremo formare cittadini capaci di vivere in una società più giusta e inclusiva.

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