Pugno in faccia al prof: “Non mi diede tempo di capire, colpo violentissimo. Svenni”, il racconto

Il 19 dicembre 2023, presso una scuola media in provincia di Caserta, si è verificato un grave episodio di violenza. Un genitore si è introdotto nell’istituto durante una protesta di genitori contro un insegnante, colpendo con un pugno al volto il vice preside della scuola. Il docente, scambiato per un altro insegnante oggetto delle lamentele ha riportando gravi lesioni, tra cui un trauma al bulbo oculare, con una prognosi iniziale di 20 giorni, successivamente estesa a 80 giorni a causa delle complicazioni.
Le dichiarazioni durante il processo
Durante l’udienza tenutasi davanti al giudice monocratico, il professore ha ripercorso i momenti dell’aggressione, come riporta l’articolo di Anna Grippo su casertanews.it: “Non mi diede neppure il tempo di capire, di difendermi, allungò il braccio e mi colpì sulla mandibola sinistra sotto l’occhio. Il colpo fu violentissimo tanto che rimasi stordito e svenni. Da terra mi sono alzato da solo anche se intorno a me c’erano tante persone, perlopiù i miei colleghi.”
Le indagini e il processo
A seguito della denuncia presentata dal professore le autorità hanno avviato le indagini, identificando l’aggressione. Il Pubblico Ministero Armando Bosso ha disposto il rinvio a giudizio, con l’accusa di lesioni aggravate dalla qualifica di pubblico ufficiale della vittima, in quanto docente di ruolo e vice preside.
Regole che cambiano
Episodi che negli anni sono aumentati e che riguardano in special modo docenti e Dirigenti. Nel tentativo di arginare il fenomeno, ricordiamo come il Consiglio dei ministri ha approvato il 30 aprile 2025 un disegno di legge che inasprisce le pene per le aggressioni contro insegnanti e dirigenti scolastici durante o a causa del loro incarico. Le sanzioni previste vanno:
- da 2 a 5 anni per lesioni lievi;
- da 4 a 10 anni per lesioni gravi;
- da 8 a 16 anni per lesioni gravissime.
Il ddl introduce anche l’obbligo di arresto in flagranza per i maggiorenni, anche in caso di lesioni lievi. Per i minorenni, resta la possibilità di arresto solo nei casi più gravi.