Pugno duro di Azione sui social per i minori: “Una luna park in cui propagandano anoressia, bullismo e istigazione al suicidio. Va chiuso per i più piccoli”

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La proposta di legge presentata da Azione-Iv è un interessante tentativo di regolamentare l’accesso dei minori ai social media in Italia.

Questa proposta sembra essere spinta da preoccupazioni reali riguardo all’impatto dei social media sui giovani, come la dipendenza, la depressione, i disturbi alimentari e del sonno, e il cyberbullismo. L’intenzione di proteggere i minori da questi problemi è certamente lodevole.

La proposta suggerisce di aumentare l’età minima per esprimere il consenso al trattamento dei dati per l’accesso ai social da 14 a 15 anni e di vietare completamente l’accesso ai social per i minori di 13 anni. Per coloro tra i 13 e i 15 anni, l’accesso sarebbe permesso solo con il consenso dei genitori. Queste misure mirano a fornire un maggiore controllo dei genitori sull’esposizione dei loro figli ai social media.

Un punto chiave della proposta è l’implementazione di un meccanismo di verifica dell’età che, oltre a verificare l’età dell’utente, dovrebbe cercare di preservare l’anonimato dell’utente e minimizzare la quantità di dati personali trasmessi ai gestori del servizio. Questo è importante per prevenire l’accumulo di dati personali da parte delle piattaforme social.

La proposta, tuttavia, potrebbe sollevare alcuni problemi di fattibilità. Ad esempio, l’implementazione di un sistema di verifica dell’età affidabile e rispettoso della privacy potrebbe essere tecnologicamente impegnativa. Inoltre, potrebbe essere difficile per le autorità italiane imporre queste restrizioni su piattaforme globali di social media che operano al di fuori della loro giurisdizione.

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