Prove Invalsi, il duro giudizio della giurista Frezza: “Test fondati sulle crocette, non stimolano l’uso della lingua italiana”

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Elisabetta Frezza, giurista, è intervenuta al programma “Che idea ti sei fatto?” trasmesso su Byoblu. Con un’analisi profonda e dettagliata, Frezza non si limita a una mera critica delle novità introdotte, ma solleva questioni fondamentali sulla direzione che sta prendendo l’istruzione.

Frezza inizia il suo intervento parlando di una vera e propria “colonizzazione culturale”. Secondo la giurista, il sistema scolastico attuale sarebbe permeato da un eccesso di anglicismi, al punto da formare un nuovo idioma all’interno delle aule. Tale fenomeno non riguarda solo il linguaggio ma si estende alle metodologie valutative, spesso espresse attraverso termini inglesi, creando un distacco dalla lingua italiana e, di conseguenza, dalla cultura nazionale.

Particolarmente critica è la sua visione sulle prove Invalsi, che descrive come un sistema di valutazione basato su scelte multiple, incapace di incentivare l’uso corretto e profondo della lingua italiana. Le definisce come lo specchio di uno scenario “desolante”, un problema che sarebbe evidente anche senza la necessità di queste prove. L’intervento del PNRR viene visto come un aggravante, trasformando le Invalsi in un “vero e proprio mostro”.

Parlando del Clil, metodo di insegnamento che utilizza l’inglese come lingua veicolare per altre materie, Frezza lo definisce uno strumento “imposto” che contribuisce al “depauperamento” dell’italiano.

La giurista teme inoltre che il liceo classico, con il suo focus sul latino e sul greco, sia nel mirino delle riforme e che possa essere “cancellato”. Frezza condanna la “mania dell’innovare per innovare” e l’ “esterofilia” che, a suo avviso, stanno portando il sistema scolastico italiano verso il “baratro”.

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