Prove Invalsi 2023, scuola media: si arresta il calo, ma non c’è inversione di tendenza. Sud sempre in crisi. I dati
Le prove INVALSI 2023 rappresentano un ritorno significativo alla normalità pre-pandemia. Dopo anni di procedure straordinarie, la valutazione a termine del primo ciclo d’istruzione ritorna requisito d’ammissione all’esame di Stato, conformemente al D. Lgs. n. 62/2017.
Le prove hanno coinvolto oltre 1 milione di studenti di scuola primaria, circa 570.000 di scuola secondaria di primo grado, e più di 1 milione di scuola secondaria di secondo grado. Malgrado l’ampia partecipazione, le prove si sono svolte senza intoppi, con una copertura superiore al 95-96%.
Scuola media
La prova CBT (computer based testing) per la classe III secondaria di primo grado fornisce esiti attraverso livelli crescenti di risultato. Un livello 3 per Italiano e Matematica, e il livello A2 per l’Inglese, sono considerati adeguati rispetto ai traguardi delle Indicazioni nazionali.
I risultati del 2023 evidenziano un arresto del calo in Italiano e Matematica tra il 2019 e il 2021, ma non ancora un’inversione di tendenza. Gli esiti di Inglese, sia listening che reading, mostrano miglioramenti.
A livello nazionale, gli studenti che raggiungono risultati almeno adeguati sono il 62% in Italiano, 56% in Matematica, 80% in Inglese-reading e 62% in Inglese-listening. Rispetto ai dati precedenti, si riscontra un lieve miglioramento.
Nonostante ciò, i divari territoriali restano ampi, in particolare nel Mezzogiorno. Regioni come Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna mostrano una percentuale più alta di studenti con risultati molto bassi.
Per la scuola media, le prove INVALSI 2023 confermano la persistenza di forti disuguaglianze di opportunità d’apprendimento nelle regioni del Mezzogiorno, sia per quanto riguarda la capacità delle scuole di attenuare l’effetto delle differenze socio-economico-culturali, sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi. Un punto su cui bisognerà lavorare nei prossimi anni.