Prova scritta concorso ordinario: il quiz con crocette non è il metodo giusto per valutare l’insegnante. Lettera

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inviata da Tommaso Di Francesca – Leggo spesso il Vostro sito e vi ringrazio per tutte le info e updates che date a chi vuole diventare insegnante. Vorrei condividere la mia esperienza sulla prova scritta del concorso ordinario AB24.

Sono un italiano cresciuto bilingual Ita – Ingl Americano. Questo mi ha permesso di imparare altre lingue già da ragazzino fino a ora, dopo l’università (francese, tedesco, russo etc). Ho una laurea a doppio titolo che vale pure in Francia, ho studiato in due università francesi (master e dottorato, anche se per ora l’ho interrotto) e un master in traduzione audiovisiva. Ho aspettato questo concorso per 5 anni (da quando ho iniziato a insegnare, come tutor o in scuole/centri privati).

Per evitare brutte soprese, ho anche comprato il libro della Edises e ho studiato finché potevo (il libro è lungo, pesante e, if you ask me, non tradotto benissimo a volte); tra libro, viaggio e notte fuori ho speso diverso denaro, come tanti candidati naturalmente. E come loro hanno fatto, anch’io non sono convinto della modalità d’esame in cui pochi riescono a passare (ieri eravamo più di 20 e solo 2 hanno passato il test!)

Avevo letto il programma del quiz (anche se non credevo era adatto).

Secondo me c’erano domande troppo precise e specifiche, più o meno:

“che lvl ha una persona che sa chiedere info in un negozio e che sa come rispondere per avere un idea sul prodotto?”) usando sottogruppi di categorie (B1,2 o B2,1);
domande sulle teorie del Language Learning, con risposte molto simili tra loro;
domande avanzate di informatica e decreti del ministero (per fortuna poche);
Domande di letteratura da indovinare come “questo è l’incipit di quale libro?”, senza chiedere magari “chi è l’autore, che movimento letterario o il periodo storico?”, domande adatte alla cultura della lingua; queste domande erano veramente poche.
Pochissime erano anche le domande d’inglese su grammatica e linguistica, ma soprattutto erano troppo semplici, chiunque le sapeva! Non mi sembra il modo di valutare le competenze di chi vuole insegnare una lingua.

Io ho indovinato alcune risposte, altre no: ho superato il 60 ma non il 70. Forse con un poco più di fortuna avrei potuto passare il test ma non è un buon metodo per testare le nostre competenze e le nostre abilità. Almeno, prima facciamo la prova orale e poi giudicate, forse così si può capire se una persona è adatta a insegnare o no. Se non passiamo un test random così complicato non significa che non siamo bravi.

Questa è la mia opinione ma dopo aver sentito i candidati che erano in aula con me ieri e aver letto alcuni dei commenti sul vostro sito, pare che siamo tutti d’accordo!

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