Protocollo di sicurezza, scontro tra Ministero e sindacati: salta tutto, non c’è la firma

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Scontro durissimo tra il Ministero dell’Istruzione e i sindacati della scuola. Nulla di fatto dopo la riunione per l’aggiornamento del protocollo di sicurezza. Salta la firma del documento.

In realtà le uniche sigle sindacali a firmare sarebbero state solo ANP e DirigentiScuola (rappresentanti i dirigenti scolastici), ma, successivamente su sollecitazione di Anief, si sarebbe provveduto a soprassedere sul via libera del protocollo che avrebbe visto il parere contrario di tutte le sigle sindacali che presentano docenti e Ata.

Anief non firma e annuncia “ricorsi contro la violazione delle norme contrattuali vigenti e la nota ministeriale che cambia il contratto dei 3.500 docenti sospesi a disposizione del dirigente scolastico dal 1 aprile. Inevase le richieste del sindacato sullo sdoppiamento delle classi, il rispetto del distanziamento, la gratuità dei dispositivi di protezione e tamponi, l’uso della DDI senza nuove regole senza più lo stato di emergenza e sul rispetto della funzione docente del personale sospeso”.

Anche la Cisl Scuola non firma “Abbiamo posto in particolare due questioni, la gestione dei lavoratori fragili, per i quali deve essere prevista la possibilità di lavorare a distanza, e le modalità e i criteri per la didattica a distanza per la quale abbiamo sottoscritto a suo tempo un Contratto Integrativo del quale deve essere verificata la piena esigibilità anche in questa parte dell’anno scolastico. Senza risposte su queste due criticità non potrà esserci la disponibilità di Cisl Scuola alla firma del protocollo che comunque rimane disponibile al prosieguo della trattativa. L’Amministrazione durante la riunione ha rifiutato rigidamente la prosecuzione del confronto non considerando le conseguenze che una mancata firma condivisa del protocollo determineranno in termini di responsabilità della dirigenza scolastica”.

Molto critico anche lo Snals: “Non sono state individuate con precisione le risorse per la proroga dei contratti Covid e soprattutto non si ha la garanzia di risorse necessarie per la sostituzione di tutto il personale non vaccinato che non entra in classe. Non vi sono garanzie di risorse adeguate per l’acquisto di mascherine FFP2 per l’auto sorveglianza che subirà notevoli incrementi a causa di una eventuale ripresa dei contagi tra tutta la popolazione e quella scolastica in particolare. Restano generiche le indicazioni per l’importantissima e fondamentale areazione dei locali e per il distanziamento che viene subordinato alle condizioni logistiche degli edifici scolastici. Mancano del tutto le indicazioni delle misure di sicurezza per lo svolgimento degli esami preliminari dei candidati privatisti agli esami di Stato e per gli esami conclusivi dei diversi corsi di istruzione. Ci auguriamo che l’Amministrazione comprenda il valore delle relazioni sindacali, soprattutto in un momento in cui la pandemia non è finita e qualsiasi sottovalutazione dei rischi può vanificare gli sforzi compiuti in questi anni dai lavoratori della scuola”.

Anche la Gilda, in precedenza, aveva manifestato la propria contrarietà: “Considerato il livello totalmente inadeguato di tutele previste per i docenti, sembra un eufemismo definire di sicurezza l’ultimo protocollo anti-Covid redatto dal ministero dell’Istruzione. Demansionare i docenti inadempienti all’obbligo vaccinale, inoltre configura un’arbitraria violazione dei contratti in vigore che non trova alcuna giustificazione in reali esigenze dell’Amministrazione”. 

L’Anp spiega: “Abbiamo dichiarato l’intenzione di sottoscrivere il Protocollo alla luce dell’eliminazione del riferimento ai tamponi gratuiti per il personale che non ha aderito alla campagna di vaccinazione – cosa che non ci aveva consentito di sottoscriverlo il 14 agosto – e nell’interesse delle scuole e dei dirigenti dato che già dal 1° aprile quello attualmente vigente non avrà più efficacia. Abbiamo apprezzato lo sforzo compiuto dall’Amministrazione per affrontare la fase post-emergenziale e invitato la stessa a focalizzare l’attenzione sugli aspetti procedurali e organizzativi legati alle misure di prevenzione e contrasto al virus. La trattazione di altri aspetti quali la gestione del rapporto di lavoro del personale non vaccinato vanno affrontati, a nostro parere, in altri momenti. Preso atto della mancata volontà da parte della maggior parte delle sigle sindacali di giungere a un accordo, l’Amministrazione ha sospeso i lavori”.

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