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Propaganda elettorale nelle Istituzioni scolastiche: divieto per Dirigenti, personale e studenti. Anche i social media non possono essere usati, ecco quando

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In Italia, la normativa che disciplina la propaganda elettorale all’interno delle istituzioni scolastiche si basa su principi fondamentali volti a preservare la neutralità e l’integrità del processo educativo. La principale fonte normativa è l’articolo 29, comma 6, della legge 25 marzo 1993, n. 81

Questa legge vieta categoricamente alle pubbliche amministrazioni, comprese le scuole, di svolgere qualsiasi tipo di attività di propaganda elettorale nei trenta giorni che precedono l’inizio della campagna elettorale e durante l’intero periodo elettorale. Questo divieto si estende a qualsiasi attività anche se correlata alle funzioni istituzionali. La scelta di includere le scuole in questo divieto riflette la necessità di mantenere un ambiente scolastico libero da influenze politiche che potrebbero compromettere l’imparzialità dell’educazione.

Il rafforzamento del quadro normativo è fornito dall’articolo 9, comma 1, della legge 22 febbraio 2000, n. 28, che esplicita ulteriormente le restrizioni per tutte le amministrazioni pubbliche. Dalla data di convocazione dei comizi elettorali fino alla chiusura delle operazioni di voto, le comunicazioni delle amministrazioni devono essere strettamente impersonali e imprescindibili per l’espletamento delle loro funzioni. Qualsiasi intervento che esuli da queste condizioni è dunque proibito.

Responsabilità del personale e conseguenze delle violazioni

La normativa si applica a tutto il personale scolastico e agli studenti, vietando la distribuzione di volantini, l’affissione di manifesti e ogni altro mezzo che possa veicolare messaggi propagandistici all’interno e nelle vicinanze degli istituti scolastici. Il personale scolastico, compresi i dirigenti, ha la responsabilità non solo di rispettare queste norme, ma anche di garantire che gli studenti e le famiglie comprendano la rilevanza di mantenere la scuola un ambiente neutro. Le violazioni della normativa possono comportare serie conseguenze, sia per coloro che compiono atti di propaganda, sia per i dirigenti scolastici, che sono tenuti a vigilare sull’osservanza delle leggi da parte del proprio personale.

In caso di violazione, il personale scolastico può essere soggetto a sanzioni disciplinari, che possono includere ammonimenti, sospensioni o, nei casi più gravi, l’avvio di un procedimento disciplinare che può portare a conseguenze anche gravi, in relazione alla gravità della violazione effettuata. I dirigenti scolastici, in particolare, devono essere consapevoli che la loro responsabilità non si limita alla loro condotta, ma si estende a quella di tutto il personale della scuola. Se un dipendente viola il divieto di propaganda, il dirigente può trovarsi nella posizione di dover giustificare la mancanza di controllo e vigilanza, potenzialmente affrontando sanzioni di natura disciplinare o amministrativa, qualora non dimostri di aver adottato tutte le misure necessarie per prevenire tali infrazioni.

In particolare, l’articolo 1, comma 2, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165, stabilisce che le amministrazioni pubbliche comprendono tutte le istituzioni statali, inclusi gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, il che implica che le sanzioni non sono limitate al personale ma possono estendersi ai responsabili delle strutture medesime in caso di inadempienze. Nel caso di distribuzione di materiale elettorale all’interno della scuola, le conseguenze potrebbero includere, oltre alle sanzioni personali, il coinvolgimento della magistratura qualora le violazioni riscontrate incidano sulla regolarità del processo elettorale, in conformità all’articolo 48 della Costituzione.

L’importanza della neutralità scolastica

A complemento della legislazione nazionale, altre direttive regolano l’applicazione pratica di queste norme. La circolare n. 48 del 12 ottobre 2024, emessa dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, espande il divieto di propaganda anche ai social media personali quando utilizzati a fini promozionali inerenti alle funzioni pubbliche. Tale approccio è avallato anche dall’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), che ha chiarito come le attività sui social media riconducibili alle funzioni pubbliche possano rientrare nel divieto, incoraggiando dunque pratiche di comunicazione rigorose e impersonali.

Le istituzioni scolastiche devono pertanto essere proattive nell’educare gli studenti sull’importanza di mantenere la neutralità politica all’interno dell’ambiente scolastico. È fondamentale che gli studenti comprendano che la loro formazione dovrebbe avvenire in un contesto libero dalle pressioni e dalle influenze politiche, dove il loro diritto di voto possa essere esercitato in modo informato e autonomo. Pertanto, è essenziale che le scuole adottino politiche chiare in merito alla gestione delle campagne elettorali e alle interazioni con i candidati politici, considerando che anche la semplice presenza di figure politiche durante eventi scolastici potrebbe generare conflitti o favoritismi.

I dirigenti scolastici sono dunque chiamati a stabilire regole interne che non solo rispettino le normative esistenti, ma che promuovano attivamente l’etica dell’imparzialità ed il sostegno alla crescita e alla formazione critica degli studenti. È fondamentale creare un ambiente dove le opinioni politiche possano essere espresse, ma in modi che non compromettano la serenità dell’apprendimento e il rispetto delle normative.

Per garantire l’osservanza di queste misure e normative, la scuola potrebbe implementare strumenti operativi specifici, come la formulazione di un codice di condotta che definisca chiaramente cosa è considerato appropriato e cosa non lo è durante le campagne elettorali oppure, in alternativa, sarebbe opportuno che il dirigente scolastico emanasse apposite circolari colte a rendere edotto il personale sul quadro normativo vigente. Tali pratiche di formazione e sensibilizzazione non solo educano il personale, ma contribuiscono anche a creare un clima di responsabilità collettiva.

Occorre sottolineare l’importanza del rispetto delle disposizioni legali che regolano la propaganda elettorale nelle scuole. Ogni violazione quandunque possa apparire come un’infrazione minore, può avere conseguenze anche gravi, non solo per i singoli individui coinvolti ma anche per l’intera istituzione scolastica, che rischia di perdere quella credibilità e fiducia necessarie per il suo operato. Le scuole devono, pertanto, svolgere un ruolo attivo nella promozione della cultura civica, garantendo non solo il rispetto delle norme, ma anche formando cittadini consapevoli e responsabili, capaci di esercitare i propri diritti elettorali con libertà e autonomia.

La tutela della neutralità scolastica attraverso il divieto di propaganda elettorale si erge a pilastro fondamentale della democrazia, riflettendo l’importanza di formare generazioni future in un contesto libero da spinte ideologiche, dove il sapere, la capacità critica e la libertà di scelta possano prosperare senza interferenze esterne.

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