Prolungamento anno scolastico quasi impossibile per esami III media e maturità. Lettera

Inviata da Chiara Minotti – Dirigente scolastico in quiescenza dell’USR Lombardia – Vorrei esprimere alcune considerazioni sul tema del prolungamento al 30 giugno delle attività didattiche nelle scuole, cercando di restare all’interno di riflessioni su ciò che può essere veramente proficuo per gli alunni, a prescindere da ogni considerazione di tipo sindacale.
Nella scuola dell’infanzia le attività didattiche hanno già termine il 30 giugno, quindi il problema non si pone.
Nella scuola primaria il prolungamento al 30 giugno penso sia non solo utile e raggiungibile a costi contenuti, ma auspicabile e doveroso.
Vorrei a questo proposito ricordare che il calendario della scuola primaria è ancora legato alle modalità organizzative che erano previste ai tempi in cui al termine della scuola primaria si svolgevano gli esami, allora chiamati di “licenza elementare”, aboliti dal Dl.vo 59/2004.
Da tempo, quindi, i docenti non sono più impegnati in questi esami.
E’ vero che questo periodo dell’anno è dedicato alla programmazione delle attività per il successivo anno scolastico. Tuttavia, in primo luogo, le attività di programmazione fanno parte della funzione docente che si svolge nel corso di tutto l’anno, a fianco delle attività didattiche nelle classi, non in sostituzione alle stesse; inoltre, il personale in servizio a chiusura di anno non è il medesimo di quello in servizio al 1 settembre, né ancora si conoscono le nuove classi prime, per cui la programmazione può essere limitata a variazioni generali del PTOF, ma non può sostituire quella di inizio anno, calibrata sulle classi e sui docenti effettivi.
Per poter prolungare le attività didattiche fino al 30 giugno, sarebbe però indispensabile chiudere alla metà di giugno le operazioni di valutazione, analogamente a quanto si fa nel corso del primo periodo valutativo invernale (trimestre o quadrimestre..), quando la valutazione avviene in contemporanea alla prosecuzione delle lezioni. Le attività svolte in queste settimane finali non dovrebbero più prevedere valutazione degli alunni, ma solo recupero, arricchimento o attività ludico-formative e potrebbe essere lasciata a ogni famiglia la scelta di prolungare o meno la frequenza fino al 30 giugno.
Il prolungamento delle attività didattiche comporterebbe un aggravamento dei costi a carico dell’Ente Locale solo per la mensa, il trasporto scolastico e la presenza degli educatori, e, a carico del MI, solo per la proroga dei contratti dei supplenti temporanei. Contemporaneamente al servizio aggiuntivo offerto, si risolverebbe lo squilibrio attuale nella distribuzione di lavoro tra i docenti della scuola infanzia e quelli della scuola primaria, che hanno tutti la medesima laurea come titolo di accesso.
Gli unici problemi residui sarebbero quelli legati solo alla pandemia, per i quali è opportuna una valutazione relativa alla situazione del momento.
Il prolungamento delle attività didattiche al 30 giugno nella scuola secondaria di I e II grado è invece reso quasi impossibile dallo svolgimento degli esami di III media e di maturità. I docenti sono infatti tutti impegnati in questi esami, salvo casi molto limitati. Per proseguire con la didattica fino al 30 giugno si dovrebbe posticipare l’inizio degli esami, e sarebbe realmente gravoso per gli studenti affrontare gli esami con le temperature di luglio. Inoltre i costi lieviterebbero, per la necessità di prorogare i contratti del personale in servizio fino al 30 giugno (compresi ATA). Nulla vieta però alle scuole, nella loro autonomia, di effettuare corsi estivi di recupero, a luglio, dopo la fine degli esami.
Ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti.