Profili di incostituzionalità della buona scuola. Nel metodo e nel merito
Giuseppe Candido, dirigente prov.le Gilda insegnanti – Fed. Gilda Unams Catanzaro Gli avvenimenti nella scuola italiana degli ultimi mesi, con l’imposizione della cosiddetta legge “buona scuola”, hanno generato una rivolta ed una presa di coscienza che non trova precedenti in tutta la storia della scuola italiana.
Giuseppe Candido, dirigente prov.le Gilda insegnanti – Fed. Gilda Unams Catanzaro Gli avvenimenti nella scuola italiana degli ultimi mesi, con l’imposizione della cosiddetta legge “buona scuola”, hanno generato una rivolta ed una presa di coscienza che non trova precedenti in tutta la storia della scuola italiana.
L’apparente “restaurazione”, culminata con il voto di fiducia nel Parlamento, ha generato una legge, mostruosa anche nella forma, che avrà sicuramente le gambe corte.
Alla riapertura dell’anno scolastico, la battaglia riprenderà sia nelle scuole, sia sul piano legale, mediante l’impugnazione i tutti gli atti che deriveranno dall’attuazione della legge al fine di giungere ad una serie di pronunce, compresa la Corte costituzionale che portino allo smantellamento della legge, sia su quello sindacale, fornendo ai colleghi nelle scuole gli strumenti per vanificarne, per quanto possibile, gli effetti.
Per Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda insegnanti, contro la buona scuola "si è creata un’unità sindacale che non trova precedenti, ma il fronte si è allargato a qualsiasi forza, comitato, associazione rappresentativa di gruppi grandi e piccoli di insegnanti".
Non si è trattato di una battaglia sindacale per difendere un contratto, o per migliorare la scarsa retribuzione: nel comunicato il sindacalista ricorda che "un’intera categoria ha levato un muro morale per difendere la propria dignità e la propria libertà da un provvedimento che calpesta e stravolge la funzione docente ed i valori della Costituzione".
E aggiunge: "La prepotenza del partito di governo è stata già ricambiata con un primo segnale inequivocabile da parte degli elettori nelle recenti elezioni amministrative che hanno visto una non piccola perdita elettorale del partito guidato dal presidente-segretario".
Per la Gilda é "evidente contrasto con la Costituzione di questa legge". Nella forma e nella sostanza. Per la forma, ricorda il sindacalista, "l’articolo 72 della Costituzione prescrive che il Parlamento debba votare le leggi articolo per articolo". Invece, "la legge 107 è composta da un unico articolo, suddiviso in 212 commi, che occupano 29 pagine della Gazzetta ufficiale". In pratica, nota Di Meglio, "si è aggirata brutalmente ed in modo patente la Costituzione per costringere il Parlamento ad approvare con un unico voto di fiducia, evitando la discussione nel merito, uno scatolone onnicomprensivo ed obbrobrioso".
Alcune domande di Di Meglio evidenziano poi i profili di dubbia legittimità costituzionale della buona scuola.
"La Costituzione" – ricorda il sindacalista – "impone alla pubblica amministrazione il principio dell’imparzialità: come si concilia questo principio con il potere attribuito al Dirigente scolastico di scegliere i docenti che ritiene più adatti per l’Istituto? La Costituzione impone il principio di uguaglianza tra coloro che svolgono lo stesso lavoro: come lo conciliamo con la divisione dei docenti tra titolari di cattedra nella scuola e titolari di un “ambito territoriale”?
E, infine: come si può vietare per legge ai docenti di ruolo di partecipare ai futuri concorsi pubblici?
Per Di Meglio "non va trascurata la battaglia politica" perché – conclude – c'è "una parte della società civile che reagisce ancora". E ricorda che "Le Regioni dispongono della possibilità di un percorso accelerato per adire la Corte Suprema", ma la cosa più importante è che, "da subito andrà percorsa la strada di un referendum abrogativo, non improvvisato, che veda coinvolte il maggior numero di organizzazioni e movimenti possibile e che possa andare a cassare le parti più inique della norma".