Professoressa condannata per droga chiede il reintegro: avviato l’iter per la riabilitazione

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Una professoressa di una scuola media del Trevigiano, condannata per produzione illecita di sostanze stupefacenti in seguito alla coltivazione domestica di alcune piantine di marijuana, ha avviato l’iter per ottenere la riabilitazione penale a quattro anni dal licenziamento.

Dopo aver scontato la pena, racconta Il Gazzettino, la docente punta a ripulire la propria fedina penale, unico presupposto per poter chiedere il rientro in servizio nella scuola pubblica.

Reati ostativi e limiti all’insegnamento

Secondo quanto stabilito dalla normativa vigente, i reati legati alla droga rientrano tra quelli ostativi, cioè incompatibili con l’esercizio della funzione docente, al pari di quelli connessi a mafia, pedofilia e armi. Per questo, al momento della condanna definitiva, è scattata l’automatica esclusione dall’insegnamento.

“Per la docente è scattato il licenziamento perché il reato in questione non consente di continuare a lavorare a scuola”, ha spiegato ai giornalisti de Il Gazzettino Giuseppe Morgante, referente della Uil Scuola Treviso, che ha seguito il caso sin dall’inizio.

La via della riabilitazione

L’unico canale percorribile per ottenere il reintegro è quello della riabilitazione, istituto previsto dall’ordinamento per i soggetti che abbiano saldato il proprio debito con la giustizia e dimostrato condotta irreprensibile per un certo periodo. Se concessa dal tribunale di sorveglianza, consente la cancellazione degli effetti penali della condanna, compresa l’interdizione dai pubblici uffici.

Precedenti simili: non sempre una condanna è una macchia indelebile

La vicenda non è isolata. Morgante cita il caso di un altro professore, condannato da giovane per spaccio, che anni dopo ha chiesto e ottenuto la riabilitazione per potersi candidare all’insegnamento.

Anche in altri casi, come quello di un maestro precario con condanne pregresse non dichiarate, o di un docente detenuto per reati non ostativi che ha ottenuto il permesso di insegnare durante il giorno, emerge quanto sia variegata l’applicazione delle norme e quanto il quadro sia meno rigido di quanto appaia.

Le regole: cosa prevede la legge

La legge prevede che:

  • Le condanne ostative comportano l’immediata interdizione dall’insegnamento;

  • Tutte le condanne devono essere dichiarate al momento dell’assunzione;

  • In caso di interdizione dai pubblici uffici, il contratto può essere annullato anche retroattivamente, con conseguente avvio dell’iter di recupero degli stipendi.

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