“Prof, le posso dare del tu?” Il dibattito sul rispetto in classe si accende sui social: “Necessario per l’empatia”, “Serve il rispetto dei ruoli”

WhatsApp
Telegram
#insegnanti #studenti

Il registro linguistico utilizzato dagli studenti per rivolgersi ai propri insegnanti è al centro di un acceso dibattito sui social. A dare il via alla discussione un articolo che riflette sulla diffusione del “tu” e del “lei” nelle scuole italiane, analizzando se l’utilizzo di un registro informale incida sul rispetto nei confronti dei docenti.

La maggior parte dei commenti pubblicati sulla pagina Facebook evidenzia come il “lei” non sia affatto raro e venga ancora preteso da molti insegnanti, non come una forma di distacco, ma come segno di rispetto e riconoscimento del ruolo. “Il ‘lei’ ha tante finalità, tra cui quella di sapersi rapportare con gli altri in ambienti lavorativi e non”, commenta un utente. Un altro insegnante aggiunge: “C’è modo e modo per dimostrare vicinanza ai ragazzi, fare l’amico non è uno di questi. Hanno bisogno di una guida autorevole”.

Molti commenti sottolineano l’importanza di insegnare ai giovani il rispetto dei ruoli e l’utilizzo di un linguaggio appropriato in diversi contesti sociali. “Considerare e trattare i docenti con lo stesso registro degli amici è una sciocchezza”, scrive un utente. “Il ‘lei’ non rappresenta un ostacolo alla costruzione di rapporti supportivi e solidali con gli alunni”. C’è chi, tuttavia, propone una visione diversa, sostenendo che l’uso reciproco del “tu” tra studenti e insegnanti sarebbe più democratico ed equilibrato. Un insegnante in pensione racconta la sua esperienza: “Per oltre 40 anni ho dato del ‘lei’ ai miei studenti, non per tenere le distanze, ma come forma di rispetto reciproco”.

Il dibattito rimane aperto, tra la difesa del “lei” come forma di rispetto tradizionale e la ricerca di un linguaggio più informale che, pur mantenendo la distinzione dei ruoli, possa favorire un rapporto più empatico tra docenti e studenti.

WhatsApp
Telegram

Corsi Indire Sostegno 2025. Prenota una consulenza personalizzata con Eurosofia