Pro Vita&Famiglia: “Evitare propaganda gender e ultra femminista nelle scuole”
“Ben venga ribadire con forza ed efficacia nelle scuole principii morali fondamentali come il rispetto sacro di ogni persona, specialmente nella sua più intima sfera sessuale, e la condanna di qualsiasi comportamento discriminatorio, predatorio o violento da parte di chiunque e verso chiunque. Sarebbe importante che nelle scuole si aprissero seriamente gli occhi dei giovani sui danni enormi causati dalla pornografia, che alimenta una sessualità immatura, distorta, possessiva e in definitiva predatoria”.
Così in una nota Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.
“Se il Governo Meloni sta predisponendo delle nuove linee guida per lo svolgimento in classe di attività inerenti la delicata sfera sessuale e affettiva dei nostri figli e nipoti, come si apprende dalla stampa, deve ricordarsi che, sui territori, la stragrande maggioranza di enti, associazioni o cosiddetti ‘esperti’ che trattano questi temi nelle scuole lo fanno in base ad approcci ideologici e politici, diffondendo pericolose sciocchezze sulla fluidità sessuale o attacchi indiscriminati contro gli uomini in quanto tali, agenti di un inesistente ‘patriarcato’. Sarebbe paradossale se – continua la nota -, pur animato dalle migliori e condivise intenzioni, fosse proprio un Governo di centrodestra a spianare involontariamente la strada a quella che Papa Francesco ha definito una ‘colonizzazione ideologica’, legittimando nel curriculum scolastico spazi permanenti di cosiddetta ‘educazione di genere’ che, nella pratica quotidiana, si trasformerebbero in tribune politiche ad uso e consumo di associazioni arcobaleno e collettivi ultra-femministi”.
“Auspichiamo quindi – conclude Coghe – da parte del Governo la massima prudenza e, soprattutto, il massimo coinvolgimento delle famiglie tramite l’obbligo del consenso informato preventivo per qualsiasi attività svolta in classe su questi temi. In tal senso, non è un buon segnale il fatto che nella fase preparatoria di queste linee il Ministero dell’Istruzione non stia minimamente coinvolgendo le associazioni familiari e di genitori”.