“Privi di passioni e prospettive, un presente privo di significato, sesso, sostanze e alcol già dalle medie”. L’identikit dell’adolescente della Dottoressa Busiano

La psicologa e criminologa Marta Businaro, in un articolo pubblicato sul quotidiano IlFattoQuotidiano, ha espresso preoccupazione per il crescente disagio mentale tra i giovani. Secondo Businaro, molti adolescenti appaiono privi di passioni e prospettive, immersi in un presente privo di significato. Nel suo studio, emergono comportamenti preoccupanti: esperienze sessuali precoci senza legami affettivi, uso di sostanze e alcol già dalle scuole medie, e una riduzione della capacità espressiva e del vocabolario.
Queste osservazioni trovano riscontro in dati più ampi. Un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) evidenzia che oltre la metà dei quindicenni europei ha sperimentato l’alcol, e uno su cinque ha utilizzato recentemente sigarette elettroniche.
Secondo il rapporto HBSC 2024, il 57% dei quindicenni europei ha già sperimentato l’alcol, mentre il 20% ha utilizzato sigarette elettroniche nel mese precedente. Il dato più allarmante riguarda l’età di inizio: il fenomeno inizia già a 13 anni, spesso accompagnato da episodi di ebbrezza che aumentano con l’età.
Il rapporto sottolinea anche una riduzione del divario di genere nel consumo di sostanze, con le ragazze che, a 15 anni, eguagliano o superano i ragazzi in termini di fumo, consumo di alcol e uso di sigarette elettroniche. Queste tendenze evidenziano la necessità di strategie di prevenzione mirate e sensibili alle dinamiche di genere.
Una nuova direzione per il benessere giovanile
Dalla diagnosi al progetto: invertire la rotta
I dati presentati dall’OMS e le riflessioni di professionisti come Marta Businaro indicano chiaramente che il disagio giovanile non è una deriva spontanea ma l’esito di modelli culturali, educativi e relazionali che richiedono una profonda revisione.
Le linee guida dell’OMS come cornice di riferimento
L’OMS propone un insieme di misure che possono costituire la base per un intervento coordinato:
- Aumentare le accise su alcol e tabacco, limitare la disponibilità e rafforzare i controlli sull’età di acquisto;
- Vietare la pubblicità e le sponsorizzazioni, soprattutto quelle che coinvolgono influencer e piattaforme digitali;
- Eliminare gli aromi e gli additivi nei prodotti da fumo, che rendono questi più attraenti per i più giovani;
- Introdurre campagne educative continue nelle scuole, non focalizzate solo sulla patologia ma orientate allo sviluppo di competenze emotive e relazionali.
Riconnettere scuola, famiglia e territorio
Un’alleanza educativa rinnovata
Per realizzare un cambiamento duraturo, è essenziale rafforzare la rete di relazioni che sostiene i giovani. La scuola non può essere lasciata sola, ma va collegata sistematicamente con i servizi territoriali, le famiglie e le associazioni. I progetti devono valorizzare la partecipazione attiva degli studenti, sostenere l’autoefficacia, stimolare la riflessione e costruire significati, non solo erogare informazioni. Il rilancio dell’educazione affettiva ed emotiva è cruciale. I giovani devono imparare a riconoscere e gestire le emozioni, decifrare il linguaggio del corpo, esprimersi senza agire in modo impulsivo. Queste competenze, oggi più che mai, devono essere insegnate con la stessa dignità riservata alle discipline tradizionali.