Prima, seconda e terza media insieme, in una sola classe di 18 alunni, la storia del paese abruzzese che si ribella alla decisione del Ministero: “Senza scuola si muore”

Un paese senza scuola muore. È questo il grido di allarme che unisce i sindaci, le famiglie e gli studenti della Valle Subequana, in Abruzzo, contro la decisione del Ministero dell’Istruzione di trasformare la scuola secondaria di primo grado di Castelvecchio Subequo in una pluriclasse prima/terza media con un numero massimo di 18 alunni.
Come segnala Il Fatto Quotidiano, sabato scorso i sindaci di Castelvecchio Subequo, Secinaro, Gagliano Aterno, Molina Aterno, Castel di Ieri e Goriano Sicoli hanno organizzato un sit-in davanti ai cancelli della scuola per protestare contro lo “smantellamento della media”. A loro si sono uniti gli studenti delle medie che hanno disertato le lezioni e, lunedì, anche i bambini della primaria.
Da una parte ci sono i numeri: il calo delle iscrizioni a causa della denatalità e lo spopolamento della zona. Dall’altra, c’è la necessità per le famiglie delle aree interne di avere una scuola di qualità. “Non siamo un mondo a parte”, dichiara il Comitato spontaneo di genitori, “ma siamo parte del mondo e abbiamo bisogno che le istituzioni stiano dalla parte dei nostri ragazzi”.
La pluriclasse, secondo i genitori, mette a rischio il diritto all’istruzione degli studenti e crea un sistema di serie B per le aree interne. “Appare ancora più incongruente”, scrivono in una lettera pubblica, “in rapporto all’evidenza politica nazionale e regionale di sostegno alle aree interne”.
a sindaca di Castelvecchio Subequo, Marisa Valeri, incontrerà la dirigente regionale dell’ufficio scolastico per cercare una soluzione. Se non ci saranno cambiamenti, venerdì i genitori sono pronti a un nuovo sciopero. “I soldi del Pnrr non basteranno a ripopolare le nostre zone”, spiega Valeri, “ma i nostri bambini hanno gli stessi diritti di chi cresce a Milano o a Roma”.
La Valle Subequana chiede alle istituzioni di ascoltare il loro grido di allarme e di non abbandonare le aree interne. La scuola è un presidio fondamentale per la vita dei cittadini e la sua chiusura significherebbe la morte di un paese e di una valle.
La situazione ricorda il film “Un mondo a parte” con Antonio Albanese, in cui un maestro tenta di salvare la scuola del suo paese dalla chiusura. La Valle Subequana spera che questa volta la storia abbia un lieto fine.