Preside preso a pugni, le sue parole: “I genitori credono ciecamente ai figli. Siamo di fronte a un deserto educativo. Riportare il senso della bellezza delle regole”
La vicenda che ha visto coinvolto Marco Cesario, dirigente scolastico in un istituto comprensivo a Taranto, ha destato scalpore.
All’agenzia di stampa SIR, Cesario lancia un monito allarmante sulla crisi dei valori familiari e il declino dell’autorità genitoriale. La sua esperienza personale, culminata in un’aggressione fisica da parte del genitore di una studentessa, rispecchia una problematica più ampia che affligge il sistema scolastico e la società nel suo complesso.
Cesario evidenzia una perdita di consapevolezza nei ruoli educativi essenziali che i genitori dovrebbero mantenere. La riluttanza di alcuni ad accettare valutazioni critiche nei confronti dei propri figli simboleggia non solo un attacco personale ma anche un riflesso della fragilità nel tessuto educativo familiare. Il preside denuncia una “totale assenza di riferimento, di autorità”, dove il concetto di dovere è eclissato da un’enfasi esagerata sui diritti individuali.
La rivoluzione culturale menzionata da Cesario ha, secondo lui, eradicato ogni forma di autorità e senso del dovere, posizionando l’individuo e i suoi diritti al centro dell’universo morale ed etico. Il cambiamento paradigmatico ha lasciato un vuoto che influisce negativamente sull’ambiente scolastico, dove i docenti si trovano a difendere la loro autorità non solo dagli studenti ma, in modo più problematico, anche dai loro genitori.
In un contesto dove assegnare un voto può scatenare reazioni eccessive, Cesario sottolinea l’importanza di ristabilire il valore e la bellezza delle regole. L’educazione musicale, per esempio, viene presentata come un modello in cui le regole non limitano la creatività ma sono fondamentali per la creazione di armonie e la promozione dello spirito di cooperazione.
Lo scenario richiede un impegno collettivo per affrontare la crisi educativa, valorizzando il ruolo insostituibile dei genitori nell’educazione dei figli e riconoscendo l’importanza delle regole e dei limiti come strumenti essenziali per lo sviluppo armonico della personalità e della società.
L’appello di Cesario va oltre il singolo episodio di violenza subito, invitando a una riflessione profonda sulle responsabilità condivise tra scuola e famiglia nel formare cittadini consapevoli, rispettosi dei doveri quanto dei diritti, in grado di contribuire positivamente alla comunità. La scuola, con il suo ruolo formativo e inclusivo, e la famiglia, con il suo insostituibile dovere educativo, sono chiamate a un rinnovato dialogo per superare insieme le sfide di un mondo in rapida trasformazione.